PASSIONI E RAGIONE NELLA FILOSOFIA CIVILE DI VICO
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stinzione tra uno
ius naturale prius,
dipendente dalla volontà, «che porge
la materia a tutto il ius volontario e consiste nella libertà, dominio e tute
la di quella e di questo», e uno
ius naturaleposterius,
dipendente dalla ra
gione eterna, «che dà le giuste misure alla libertà, al dominio, alla tutela,
e gli dà forma eterna di giusto»15. Nei «Corollari» Vico spiega ancora una
volta il significato del momento genetico della nuova scienza: l’essere es
sa una «teologia civile ragionata della prowedenza», cioè una analisi ra
zionale del manifestarsi di un disegno provvidenziale nell’articolarsi del
la storia umana16. Ma questa analisi razionale ha pur sempre un preciso
luogo d’origine, una genesi storicamente e temporalmente determinata,
un inizio che Vico individua nella «sapienza volgare de’ legislatori che fon
darono le nazioni». Perciò, a ragion veduta, Vico può affermare che uno
degli aspetti principali della scienza che egli intende fondare è una «filo
sofia dell’autorità»17. Si delinea qui il doppio significato che emerge dal
concetto di
autorità,
giacché, da un lato, la nuova scienza si rivolge alla ri
cerca sulle origini delle nazioni e, dall’altro, questa ricerca ha bisogno di
fondarsi su certezze «autoritative» che possono derivare soltanto da un
uso rigoroso degli strumenti della scienza storica e filologica.
Questo spiega perché, avendo l ’uomo per lungo tempo affidato il suo
processo di incivilimento al senso comune e alla «autorità del certo», ac
canto alle «pruove filosofiche» di cui si serve la nuova scienza si affian
cano quelle «filologiche»18. Sono queste prove che mostrano, ad esem
pio, come i miti non sono immagini forzate e distorte della realtà, ma le
«istorie civili de’ primi popoli, i quali si truovano dappertutto essere sta
ti naturalmente poeti» e come le «frasi eroiche» siano comprensibili «con
tutta la verità de’ sentimenti e tutta la propietà dell’espressioni». Ed è
ancora attraverso queste prove che si definisce l ’importanza dell’etimo
logia, dell’origine e della storia dei significati delle parole, ma anche il
ruolo che la storia delle lingue ha nella formazione del «vocabolario men
tale delle cose umane socievoli»19. Dunque, il complesso delle prove fi
15 Id.,
Sinopsi, ibid.,
p. 6. Ma cfr. anche
De uno, ibid.,
pp. 90-91.
16 Si ricordi l’esordio della
Sn44
e, in particolare, il capov. 2 (pp. 415-416).
17 Cfr.
Sn44,
p. 577 (capov. 386). L’insistenza vichiana sul concetto di autorità mostra an
cora una volta come l’oggetto privilegiato della nuova scienza si rivolga al dato originario del
la tendenza dell’uomo alla socievolezza e al progressivo articolarsi di questa tendenza nelle
forme dell’organizzazione politica e giuridica.
18 Cfr. i capow. 350 sgg. in
Sn44,
pp. 552 sgg.
19 Si può ben dire, allora, che l’insistenza vichiana sulle forme del sapere filologico, sul
l’analisi delle espressioni linguistiche e mitologiche dell’esperienza umana, non risponda sol
tanto a una esigenza di carattere metodologico e gnoseologico. Alla base di essa si scorge l’in
tenzionalità di fondo che sorregge tutta l’opera del filosofo napoletano: lo studio e la ricerca
delle forme originarie di organizzazione sociale e politica della civiltà umana.