PASSIONI E RAGIONE NELLA FILOSOFIA CIVILE DI VICO
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no questi, per così dire, i tre punti centrali intorno a cui ruota tutt’inte-
ro il ciclo delle arti e delle scienze. Infatti la sapienza
è
costituita da que­
sti tre meravigliosi elementi: conoscere in modo certo, agire in modo ret­
to, parlare in modo conveniente»29. Nella sapienza, così come essa
è
de­
lineata nella visione vichiana, vengono a concentrarsi non solo i benefi­
ci effetti della conoscenza (distogliere innanzitutto gli stolti dall’errore),
non solo quelli della virtù (dare agli uomini esempi e norme di condot­
ta morale), ma anche ed essenzialmente quelli di una soddisfacente con­
vivenza civile, giacché, osservando i compiti della sapienza, ognuno può
giovare «secondo le proprie forze all’umana società»30.
La ripresa, dunque, di alcuni concetti-chiave della tradizione filoso­
fica classica ed umanistica non resta fine a se stessa, né si esaurisce nel
pur visibile contesto retorico-pedagogico nel quale essa originariamen­
te si manifesta. La
Sapientia
è
ritenuta da Vico come lo strumento più
adeguato a potenziare le qualità pratico-operative della mente umana. Il
fine della sapienza
è
innanzitutto individuato in una funzione, per così
dire, di addestramento civile. «Se gli animi non si trascinano tra cupidi­
gie e passioni perverse, non vi
è
dubbio che, se si dedicano allo studio
della sapienza, apprendono e conoscono in breve e con la maggiore fa­
cilità possibile tutte le conquiste della cultura»31. Vico significativamen­
te individua nella sapienza l’essenziale leva per la costituzione di una co­
munità politica tesa a realizzare non solo una vita «morale», ma anche
«felice»32.
All’universalismo necessario della norma scaturente dal comando
morale o dalla autorità politica si affianca la consapevolezza di un me­
todo e di una prassi che non relega sullo sfondo l ’originaria datità della
sensibilità e della corporeità. Per questo, si potrebbe dire, l ’universali­
smo etico
è
corretto consapevolmente dall’uso della prudenza che
è
in­
nanzitutto «arte della vita»
(ars vitae
), strumento di orientamento e re­
golazione nella «condotta di vita»
(ratio vitae
)33. Nell’impianto filosofi-
co vichiano, infatti, la sapienza finisce col diventare il cruciale punto di
incontro e di interdipendenza tra la
civitas
divina e quella umana, ma an­
che l ’indispensabile punto di accesso attraverso il quale la conoscenza
29
lbid
., p. 197.
301 Orazione
,
ibid.,
pp. 92-93. Di una «valenza etico-sociale» del concetto vichiano di sa­
pienza parla G. M
odica
,
l cenni di Giove e il bivio di Ercole. Prospettive vicbiane per un’etica
sociale,
Milano, 1988, pp. 51 sgg.
31 Vico parla di una «civitas fundata ad bene beateque vivendum»; cfr.
I Orazione,
in
Le
Orazioni inaugurali,
cit., pp. 72-83.
32 Cito qui dalla
II Orazione, ibid.,
pp. 108-109.
33 Cfr.
ibid.,
pp. 114-115.
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