INVENTIO
E VERITÀ NEL PERCORSO VICHIANO*
Nell’anno 1729, in uno scritto non sempre efficacemente considera­
to dalla critica vichiana, vale a dire nelle
Vici vindiciae,
composte come
si sa da Vico contro l’anonima recensione alla
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comparsa sugli «Ac­
ta Eruditorum» di Lipsia nell’agosto 1727, il nostro autore si trova a ri­
battere su un punto particolarmente dolente. Recriminando con astio ai
danni del recensore Vico polemizzava dicendo che «non a caso (...) da
quel vagabondo è stato usato il termine ‘ingegno’» («ingenio tamen ma­
gis indulget quam veritati» aveva accusato il recensore anonimo, consi­
derando altresì il sistema del diritto naturale un mero «figmentum»,
un’invenzione); «questo termine» - continua Vico - «infatti mette a nu­
do la capziosità del linguaggio con cui si esprimono i protestanti quan­
do dicono che la Chiesa romano-cattolica si basa sull’ingegnosità delle
argomentazioni e non sulla verità del suo fondamento»1. È questo uno
dei tanti usi vichiani del termine ‘ingegno’, tanti perché legati in parte al­
la difficoltà a gestire un termine che presenta anche linguisticamente
aspetti variegati, in parte anche alla possibilità di fare riferimento a di­
verse fonti retorico-concettuali2. In questo caso specifico l’ingegnosità
denuncia la sua forte componente di
inventio
non nel senso ciceroniano
*
Nei giorni 11-13 febbraio 1999 si è svolto a Parigi un convegno franco-italiano sul tema
Giambattista Vico et la pensée classique,
organizzato da Pierre-Frangois Moreau (ENS Fon-
tenay Saint-Cloud-CERPHl) e André Tosel (Université de Paris I-CHSPM), con la collabora­
zione del Centro di Studi Vichiani del CNR di Napoli (Giuseppe Cacciatore -Manuela Sanna),
della Scuola normale superiore di Pisa (Paolo Cristofolini) e dell’istituto Italiano di Cultura di
Parigi (Pietro Corsi). Pubblichiamo in questa sezione alcune delle relazioni lette in quella oc­
casione.
1 G. B. Vico,
Vici vindiciae,
in
Varia. Il ‘De mente heroica’ e gli scritti latini minori,
a cu­
ra di G. G. Visconti, Napoli, 1996, p. 54.
2 ‘Ingenium’, così come ‘ingegno’ in italiano, è una di quelle parole difficili da rendere in
maniera unitaria e univoca per il traduttore vichiano e non vichiano, perché comprensive di
troppe accezioni; così come già segnalava Fisch mentre era impegnato a tradurre in inglese
XAutobiografia
vichiana
(The Autobiography of Giambattista Vico,
a cura di M. H. Fisch, Itha-
ca-New York, 1944, p. 216: «Ingegno (Latin ingenium) is difficult to render. Perception, in-
vention, thè faculty of discerning thè relations between things, wich issues on thè one hand
in analogy, simile, metaphor, and on thè other in scientific hypotheses»), in latino è sempre
ingenium,
spesso anche quando si tratta di
inventio
o specificamente di
ars.
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