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ALESSANDRO STILE
comprendere la svolta rappresentata dai
Chiarimenti
alla
Recherche
e dal
Traité de la nature et de la gràce»2.
Tra le questioni essenziali che Male-
branche affronta qui per la prima volta vi è il problema della teodicea e,
conseguentemente, dell’CWo, che progressivamente finirà per coinvol
gere Dio stesso in quel rapporto tra Saggezza e Potenza che deflagrerà
nel
Traité de la nature et de la gràce.
Osserva ancora Ingegno che le
Con-
versations
rispondono a un duplice intento: «ricondurre coloro che ac
cettano i principi cartesiani a riconoscere che tale filosofia si accorda con
la verità della religione, giungendo a costituire una base razionale che
serva a giustificarla nei suoi stessi misteri: nello stesso tempo si tratta di
reinterpretare il cartesianesimo stesso in forme che a loro volta finisco
no per reagire sui modi in cui concepire la verità religiosa»3.
Ebbene, è probabilmente a partire da questo intento che Malebran
che si serve per la prima volta della forma del dialogo in un’opera che
doveva non più esporre sistematicamente il suo pensiero, ma problema
tizzare e approfondire temi che la
Recherche
aveva lasciato palesemente
irrisolti, con un linguaggio quanto più possibile accessibile. In effetti Ma
lebranche, che non era un eccellente comunicatore verbale, individua nel
dialogo un tramite di forte presa sul lettore, al punto di scrivere quattro
opere in questa forma, e di inserire quasi in ogni suo scritto frammenti
di dialogo. N
e\TAvvertenza
che precede le
Conversazioni cristiane
, l’O-
ratoriano dichiara esplicitamente: «La carità esige che si faccia di tutto
per convincere delle verità che portano alla possessione del vero bene.
Ma affinché le persone ne siano efficacemente persuase, è necessario par
lare secondo le loro idee con un linguaggio facilmente comprensibile e
che possano ascoltare volentieri»4. E il riscontro non si fece attendere,
visto che la prima edizione andò rapidamente esaurita, nonostante ri
sultasse anonimo l ’autore.
Esattamente trent’anni dopo, nel 1707, Malebranche scrive
XEntre-
tien d’un Philosophe Chrétien et d’un Philosophe Chinois sur l ’existence
et la nature deDieu,
che pubblicherà l ’anno successivo, offrendo un per
sonale contributo alla
querelle
che ebbe luogo tra il 1610 e il 1742 sulla
conversione cristiana in Cina.
Se le prime predicazioni dei francescani nell’Estremo Oriente risali
vano al XIII e al XIV secolo, il vero impulso alla cristianizzazione si dovè
all’opera del gesuita Matteo Ricci, che giunse in Cina nel 1583, dove per
diciotto anni studiò le abitudini, i riti e il pensiero di quel Paese. Il cri
2 A. INGEGNO,
Introduzione
a
Convenazioni cristiane,
cit., p. XXV.
3
lbid.,
p. VII.
4
Conversazioni cristiane,
cit., p. 1.