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ALESSANDRO STILE
La tesi di fondo è che alla base del pensiero di Malebranche, al cul­
mine del processo rappresentativo del pensiero moderno25, vi sia una
metafisica intesa come «dottrina generale della conoscenza», in quanto
vi sono comprese tutte le «verità prime» e i princìpi della conoscenza
stessa. E possibile individuare da una parte una «metafisica generale»
che si occupa della teoria della scienza in quanto tale; e dall’altra una
«metafisica speciale» relativa ai tre oggetti tradizionali della Metafisica
(Dio, l ’anima e i corpi). Viene dunque meno il privilegio assegnato ad
uno specifico ed esclusivo oggetto (come era Dio nella Scolastica), e il
«primato della metafisica» consiste perciò nella «attitudine a determi­
nare l ’oggettività in generale» e a fondare la totalità delle «scienze parti­
colari»26. L’essenza della metafisica di Malebranche assume perciò con­
notati essenzialmente epistemologici, a partire dalla visione delle idee in
Dio, diventando così teoria delle idee e del buon uso dell’intelletto.
In questa ottica si comprende l’accentuazione che fa Malebranche
del connotato «astrattivo» della metafisica, relativo sia alle idee chiare e
distinte, sia agli oggetti stessi che quelle idee esprimono. Ma è qui che si
individuano alcune profonde differenze con l ’epistemologia di Cartesio.
Il carattere rappresentativo dell’idea cartesiana cambia di segno in Ma­
lebranche, per il quale essa non è un «modo dello spirito», ma piuttosto
«la condizione dell’apparire di tutto ciò che è», che «si sostituisce total­
mente alla cosa». Malebranche dunque «attribuisce l ’essere all’idea»27,
scatenando l ’immediata reazione di chi, come Arnauld contestava ap­
punto la «reificazione» dell’idea, che veniva ad essere una «terza entità»
posta tra lo spirito e la cosa28.
Si tratta perciò, come dice Bardout, di una profonda modifica della
nozione di
essenza
nella sua identificazione con l ’idea; l ’essenza non è
più il cuore nascosto dell’essente, ma il primo elemento conosciuto nel­
la cosa per cui la cosa acquista la dignità e la consistenza di un’essenza.
Dunque, l’essenza «si rappresenta la cosa senza essere nella cosa», e
« l’apparizione dell’essente allo spirito non è più legata al riconoscimen­
to di esistenza; l ’esistenza è neutralizzata a vantaggio di una determina­
zione puramente essenziale. Di contro, ‘ciò che è intellegibile si riduce
all’essere o ai modi dell’essere’» 29.
25 Nel pensiero moderno «la metafisica non è più scienza dell’essere, ma ricerca dello sta­
bile fondamento dell’apparire, che rassicuri sul valore della rappresentazione totale e rassi­
curi quindi l’uomo nel suo rapporto con sé»
(A.
MASULLO,
Metafisica,
Milano,
1980,
p.
139).
26 B
ardout
,
op. cit,
p. 38.
27
lbid.,
pp. 78-79.
28 Su questo tema si veda il recente volume di D.
MOREAU,
Deux cartésiens. La polémique
Arnauld-Malebranche,
Paris, 1999.
29 B
ardout
,
op. cit.,
pp. 10 9-110.
1...,112,113,114,115,116,117,118,119,120,121 123,124,125,126,127,128,129,130,131,132,...241