LA RAZIONALITÀ IMPERFETTA
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posizione esplicita assunta da Malebranche38, Bardout ritiene che «non
bisogna abusare del vocabolario dell’immediatezza e della ‘conoscenza
diretta’ quando viene applicata a Dio: indubbiamente noi vediamo Dio
‘con uno sguardo immediato e diretto’; ma questa immediatezza tutta
via non la si potrebbe comprendere come risultato di un’unione mistica
o beatificante»39; si può addirittura affermare che in realtà l’intento di Ma
lebranche porta proprio «alla più completa sottomissione di Dio all’i
dea»40: anche Dio viene «iscritto nell’orizzonte dell’essere».
Mentre dunque la metafisica malebranchiana, nella lettura di Bar
dout, si rivela pienamente quando attinge alla Saggezza che conosciamo
mediante la visione in Dio, lo studioso francese sottolinea doverosamente
l’altro aspetto, quello che meno funziona nel teorema dell’essenza rap
presentativa: Dio non è solo Saggezza, ma anche Potenza. Se la saggez
za è l ’attributo privilegiato del divino rispetto ad una metafisica che fa
derivare da Dio la totalità del conoscibile, altrettanto eminente rimane
l’attributo della
potenza,
che pure viene da Malebranche subordinata al
la Saggezza. Di per se stessa la potenza ci rimane inconoscibile perché
su questo aspetto Dio «si nasconde»: a differenza della Saggezza, Dio ri
serva la sua potenza per se stesso, non ce la comunica. Siamo dunque
confrontati con due figure del divino: una è quella di cui si serve la me
tafisica41, l ’altra è quella espressa dal Dio Potenza, di fronte a cui «la vi
sione in Dio ci lascia impotenti»42.
Altrettanto arduo è il tentativo di Bardout di risolvere il problema
della conoscenza dell’anima nell’impianto metafisico che si è delineato.
Dell’anima, infatti, dice esplicitamente Malebranche, non possiamo ave
re un’idea chiara, mentre possiamo coglierla mediante la coscienza o sen
timento interiore che ce la rivela immediatamente; questo, riconosce Bar
dout, «renderebbe impossibile rendere chiara l ’anima seguendo la pro
cedura della conoscenza metafisica»; tuttavia, «altre affermazioni, trop
po spesso passate sotto silenzio, ci accordano il potere di affermare cer
38 Un esempio tratto dai
Colloqui,
quando Teodoro, perentoriamente, sostiene: «Badate
che Dio, l’infinito, non è visibile mediante un’idea che lo rappresenti. L’infinito è a se stesso
la propria idea» (
Colloqui
, cit., p. 128).
39
B a rd o u t,
op. cit.,
pp. 99-100.
40 «(...) Divinizzando l’idea, Malebranche canonizza in uno stesso tempo la conoscenza
mediante idea e ne fa la modalità esclusiva della manifestazione di un essente, anche se infi
nito e trascendente»
(ibid..,
p. 100).
41 «Il Dio supremamente intellegibile, in cui risiedono tutte le perfezioni rappresentati
ve, infinite, eppure intellegibili»
(ibid.,
p. 253).
42
Ivi.
Su questo tema, vedi il saggio dello stesso Bardout,
Toute-puissance et singularités
,
in
La légèretéde l’ètre. Études surMalebranche,
sous la direction de B. Pinchard, Paris, 1998,
pp. 95-119.