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GIUSI FURNARILUVARÀ
va della mente, esalta le virtù di significazione della metafora, in ragione
delle relazioni di somiglianza di cui questa è capace. E sempre nella stes
sa
Orazione
dimostra di essere consapevole che in tale esperienza di crea
zione fantastico-metaforica l ’uomo si mostra divino, innalzando la men
te all’esperienza del divino, esperendo in questa dimensione del creativo-
metaforico quel
quid
che lo spinge oltre se stesso, in un al di là che per
mette di collocare la creatività dell’ingegno in un’apertura trascendenta
le, in una sorta di visibilità ontologica che risponde al «vero eterno».
Nel
De ratione
, approfondendo la dimensione significativa del vero
simile nell’ambito della significazione metodologica della topica, Vico
individua nel concetto di
ingeniumbl
la capacità euristico-creativa con
cui, in forma di «senso comune», si configura l ’esperienza pratico-poli-
tica della mente ingegnosa, della ragionevolezza. Un’idea di ragionevo
lezza che può essere pensata quale attitudine naturale, aristotelicamen
te proiettata a farsi organo di saggezza68, facoltà di giudicare, occhio del
la mente aperto alla pluralità umana, bisogno di certezza e di verità che
si configura come consenso sociale. Trovando giustificazione come prin
cipio euristico, ricerca di un sapere in cui si procede per verisimiglian-
za, la capacità di giudicare entra nella vita discorsiva della mente quale
espressione dell’azione immaginativo-rappresentativa, ma anche come
processo poetico-significativo delle sue operazioni. Si rende così mani
festa quella specifica natura umana che fa degli uomini, pur se diversi tra
loro, una comunità. Uomini non isolati «singoli», ma individui che vi
vono insieme e comunicano tra loro, e comunicando la loro diversità
giungono, attraverso un esercizio che impegna le facoltà discorsive del
la mente in un pubblico confronto, alla formazione delle regole genera
li con cui « l’agire politico»69 si compie storicamente, sviluppandosi, at
traverso il «senso comune», secondo le linee suggerite dalla topica.
67 Una più approfondita connotazione del concetto di
«.ingenium»
si trova, com’è noto,
nel
De antiquissima:
in particolare cfr. cap. VII, IV.
68 Per una lettura più ampia e comparata del rapporto Vico-Aristotele, cfr. E. Nuzzo,
Vi
co e I'«Aristotele pratico»,
cit.
69 «Circa la prudenza nella vita civile, poiché i fatti umani sono dominati dall’occasione e
dalla scelta, che sono incertissime, e poiché a guidarle valgono per lo più la simulazione e la
dissimulazione, cose ingannevolissime, quelli che coltivano il puro vero difficilmente sanno ser
virsi dei mezzi e con maggior difficoltà conseguire i fini; onde, delusi nei propositi e inganna
ti dai suggerimenti altrui, molto spesso si ritirano (...). Dunque, per quanto detto, procedono
erroneamente coloro che adottano nella prassi della vita il metodo di giudicare proprio della
scienza (...). E poiché non hanno coltivato il senso comune né mai perseguito le verisimiglian-
ze contenti della sola verità, non apprezzano come in concreto la pensino gli uomini e se ciò
sembri loro pur vero: il che non solo per i semplici cittadini ma anche per gli ottimati e per i
sovrani è stato attribuito a gravissimo difetto e talvolta fu di gran danno e di rovina»
(De rat.,
pp. 131-135).