TOPICA, RETORICA E
SCIENTIA CIVILIS
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una «metafisica della mente» all’interno della quale trova posto l’ideale
ciceroniano del
bene beateque vivere,
ma non meno il recupero teorico
della topica84, come arte euristica. Ricercando le linee direttive della
«metafisica della mente»85, Vico difende il valore pedagogico-euristico
della topica, quale bagaglio di esperienze «sapientemente» accumulate,
da cui è possibile evincere la «storia» della
ratio
con cui gli uomini han
no dato forma alla vita civile. Il suo interesse per la definizione di un me
todo che giustifichi il valore teorico della «sapienza-prudenza» e della
funzione euristica del metodo topico rivela una scelta di prospettiva teo
rica che privilegia il «verosimile» come ambito in cui la mente si espri
me come
ingenium
86. Inoltre, va ribadito come per Vico la topica, da cui
discende la dignità teorica delle discipline umanistiche, sia un tessuto di
sapere teoricamente ben fondato con metodo dialettico-retorico e non
su incerta conoscenza empirica o su dogmatica fede nella tradizione. La
topica inoltre è tale che permette il costituirsi presso gli uomini, e in virtù
loro, di quel sentimento della comunità senza il quale non si ha vita ci
vile. Lo studio delle forme linguistiche e metaforico-discorsive assunte
come strumento ermeneutico-semeiotico diviene allora in Vico parte in
tegrante di un progetto di riflessione filosofico-antropologica che, in
concorrenza con la visione logicistico-calcolante della vita della mente,
privilegia il dato poetico-rammemorativo, storico-creativo e apre a una
filosofia dei segni che ha fatto dire anche «che la filosofia di Vico non è
propriamente una filosofia del linguaggio, ma una filosofia dei segni»87,
84 NelTinaugurare tra i primi il «nuovo corso degli studi vichiani», Nicola Badaloni, ri
percorrendo i motivi della polemica vichiana contro Bayle, ha messo in evidenza, in riferi
mento alle
Orazioni
vichiane, come Vico abbia teorizzato «la funzione sociale della scienza
come orizzonte antisistematico e come apertura ad una
ars inveniendi,
tutt’altro che retorica»
(N.
BADALONI,
Introduzione
a G. Vico,
Operefilosofiche,
cit., p. XX).
85
«La metafisica di Vico è una metafisica delle strutture di produzione e di azione delpen
siero
e, in quanto tale, come dovremmo definirla oggi, una metafisica costruita in modo filo-
sofico-trascendentale che vuole rendere possibile nelle scienze un agire che rinviene la verità
(...). Una siffatta metafisica della mente umana nella sua struttura d’azione può costituire, con
la sua considerazione del divenir-attivo dell’uomo nella storia, una solida base per
la Scienza
nuova
»
(O
tto
,
op. cit.,
p.
75).
In tale concezione «metafisica della mente» risulta interessata
la nozione di «trascendentale»: nozione che in Vico ha una connotazione estetico-metafori-
co-fantastica, non intellettualistica, e grazie a cui Vico pensa la possibilità della genesi delle
strutture di significato della mente.
86 Le nozioni di «verosimile», e di
ingenium
, sono ricche di implicazioni e meriterebbe
ro una considerazione a parte. Ovvie ragioni impediscono un tale approfondimento. Tra la
numerosa letteratura critica esistente al riguardo, ci limitiamo a segnalare uno studio che, pur
non essendo strettamente pertinente al tema in questione, ha il merito di creare un tessuto er
meneutico favorevole all’approfondimento delle due nozioni: cfr. M.
L
ollini
,
Lemuse, lema
schere e il sublime,
Napoli, 1994.
87 J. T
rabant
,
La scienza nuova dei segni antichi,
cit.,
p.
5.