RECENSIONI
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progressivo soggettivismo della moderna filosofia, dove l ’affermazione del sog
getto andava - e va - sempre più impetuosamente in parallelo con l’esaltazione
del super-io e con essa il ritorno dei valori tradizionali e delle gerarchie stabilite.
Il
lavoro di Gonzàlez Garcia e Martinez Bisbai dimostra una profonda co
noscenza e familiarità con i testi vichiani, al punto che non sempre il lettore ri
conosce dove terminano i testi del filosofo napoletano e dove comincia l’inter
pretazione dei suoi commentatori, i quali evidenziano, oltretutto, un’ottima co
noscenza della cultura italiana della prima metà del XVIII secolo.
Vogliamo concludere mettendo in risalto, e questo ci sembra una virtù non
comune tra gli storici della filosofia, l’esposizione chiara della metafisica di Vi
co in un castigliano fluido, ricco e diafano, caratteristico più dei letterati, mi per
donino, che dei filosofi.
Luis D
e
L
lera
GENNARO C
arillo
,
Vico. Origineegenealogia dell’ordine,
Napoli, Editoria
le Scientifica, 2000, pp. 508.
Sulla soglia del volume, l’autore avverte di aver temuto la fascinazione del
la scrittura vichiana, altamente allusiva e fitta di intertestualità riferite a una sel
va erudita spesso composta da frammenti di sapere sulla soglia dell’oblio. E tut
tavia i capitoli, incardinati sull’idea dell
’ordo
e del
methodus,
percorrono una li
nea evolutiva che riannoda molti fili della cultura vichiana e reca soluzioni, do
cumentariamente fondate, per numerosi problemi critici, ponendone alcuni su
nuove basi e, soprattutto, mostrando l’inconsistenza di altri. Il lavoro di Caril
lo apre prospettive tematiche di respiro molto ampio, dalla storia del pensiero
alla scienza, dal diritto alla riflessione sulla funzione della letteratura e del mi
to. Tra gli esempi si coglie subito la sintesi offerta dallo studioso in merito alla
questione del ‘punto’, la cui definizione sembra collocarsi a metà strada tra le
cose estese e Dio e coinvolge una specifica
virtus,
«la capacità dell’inesteso di
produrre estensione» (pp. 44-45). E evidente un rinvio alla fisica medioevale dei
doctoresparisienses,
e anche in assenza di uno studio specifico si può ricordare
l ’ampia disamina storico-scientifica offerta da Paolo Galluzzi nel 1981 in rela
zione ad un’altra
definitio rei
di area intermedia quale quella di ‘momento’.
Abbiamo detto di una linea evolutiva: tuttavia Carillo fa propria l’ammoni
zione crociana a non guardare alla
Scienza nuova
come ad una sorta di
De anti
quissima Italorum sapientia
portato al suo naturale compimento dialettico. Lo
studioso rimuove così un pregiudizio alquanto comune negli studi vichiani: un
pregiudizio, in ultima istanza, accreditato dalla stessa scrittura autobiografica
di Vico che tende a retrodatare consapevolmente la prima formulazione di cer
te proprie tesi, quasi a voler costruire una personalissima
ratio studiorum
che
veda nella
Scienza nuova
il momento finale di un ordinato processo di pensiero
e scrittura che aveva i propri fondamenti nel
De antiquissima
come pure nel
De
nostri temporis studiorum ratione.
Esemplare in proposito il giudizio vichiano