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RECENSIONI
ILARIO TOLOMIO,
Italorum sapientia. L'idea di esperienza nella storiografia
filosofica italiana dell’età moderna,
Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 1999,
pp. 362.
Il Tolomio, da decenni impegnato in ricerche di storiografia filosofica e at­
tivo collaboratore insieme ad un folto gruppo di studiosi (Piaia, Bottin, Miche­
li, Malusa, Longo) dell’ampio progetto editoriale dedicato alla
Storia delle sto­
rie generali della filosofia
nell’età moderna, avviato sul finire degli anni Settan­
ta da G. Santinello, ricostruisce in questo suo lavoro il lento formarsi nel corso
di oltre tre secoli dell’idea della peculiarità della ricerca filosofica italiana cul­
minante con l ’apogeo e la conseguente crisi del mito ottocentesco di una
italo-
rum sapientia.
L’impianto generale del libro è sostenuto dalla convinzione del­
l’autore che tra Sei e Ottocento « l’identità filosofica italiana viene principal­
mente riconosciuta dalla nostra storiografia filosofica nell’adesione a quell’idea
di esperienza, che nella ricerca della verità si pone tra il senso e la ragione» (p.
17 ). Non di affermazione apodittica si tratta bensì di una tesi storiograficamente
sostenuta da un vasto apparato documentario e culturalmente attenta a distin­
guere le suggestioni politiche ottocentesche dell’idea di «primato» dal più com­
plesso intreccio di motivi teorici riconducibili alla ricerca di una «tradizione fi­
losofica nazionale». Il Tolomio conduce la sua ricerca senza nascondere i limi­
ti metodologici e le debolezze epistemologiche della stessa idea di esperienza,
contestualizzandoli nel più generale ritardo del costituirsi nel nostro paese di
un autonomo ambito della riflessione storiografica dedicata alla storia della fi­
losofia. Infatti, nel mancato intreccio tra storia della filosofia e filosofia il Tolo-
mio individua i motivi culturali, sottolineati anche da altri studiosi, che fanno sì
che ancora sul finire del XVIII secolo, a differenza di altre aree culturali, «nel­
l’epoca dell’autonomia delle scienze, la storiografia filosofica italiana non sem­
bra aver redatto un proprio canone epistemologico per una costruzione speci­
fica ed organica della storia del pensiero» (p. 26). Non solo: sin dalle prime bat­
tute, il Tolomio indica l ’inadeguatezza della frettolosa liquidazione neoideali­
stica della storiografia filosofica italiana precedente, e sottolinea la necessità di
un puntuale approfondimento dei momenti e delle figure del plurisecolare di­
battito sul carattere e sulla tradizione filosofica italiana. E si può osservare che
1’ approccio individualizzante del Tolomio è stato consapevolmente praticato
da quanti nella seconda metà del XX secolo hanno contribuito all’abbandono
della tesi estrema del Gentile indicante nell’opera dello Spaventa l ’inizio nel no­
stro paese di una adeguata storia filosofica della filosofia, hegelianamente fon­
data sull’identità della filosofia con la sua storia. Un distacco maturato soprat­
tutto sul terreno di una più attenta indagine storica delle direttrici lungo le qua­
li si è articolato il confronto critico con la tradizione filosofica nell’età compre­
sa tra PUmanesimo e l ’illuminismo. I risultati ottenuti da ricerche impostate su
basi metodologiche nuove, formulando interrogativi diversi e distanti da quel­
li della storiografia neoidealista mostrano, come acutamente ha rilevato il Ga­
rin, che «la storia della filosofia in senso moderno aveva avuto le sue origini ef-
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