RECENSIONI
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tuisce la chiave di lettura complessiva della riflessione muratoriana», che può
così svilupparsi come riflessione compiutamente etico-politica, ché il «titolo di
filosofo» non si disgiunge in Muratori da un conoscere
utile
all’uomo «per orien
tare il suo agire nei confronti del mondo e della vita associata» (p. 51). Da qui
l’ampio capitolo che la Continisio dedica a ricostruire la vicenda genetica della
Filosofia morale,
apparsa a Verona nel 1735. In particolare sono la tematizza-
zione di elementi aristotelici e stoici e le complesse relazioni rispettivamente con
la filosofia newtoniana e con il pensiero di Locke ad emergere come gli elemen
ti principali del retroterra intellettuale dell’etica muratoriana. Dell’aristotelismo
Muratori eredita il primato dell’etica sulla politica, perlomeno nel senso che «la
politica non può contraddire l’etica (o prescinderne)» (p. 97); mentre ne de
nuncia la mancanza di analisi approfondita dei
meccanismi
dell’anima: analisi
tutta
moderna,
per la quale si rimanda ai moralisti francesi seicenteschi. E difat
ti nei
Rudimentaphilosophiaemoralis,
stesi fra il 1713 e il 1714, l’educazione mo
rale (il governo di sé) precede e fonda l’educazione politica (il governo dello sta
to). Non solo: il buon governo di sé è condizione costitutiva di una politica non
solamente virtuosa, ma altresì
efficace.
Si esplicitava così quel legame fra analisi
delle passioni e criterio dell’utilità (ciò che fra l ’altro rappresenta il punto di mag
gior dissenso di Muratori con la tradizione stoica: o almeno, ma è cosa che ri
chiederebbe tutto un discorso a parte, con taluni sviluppi del neostoicismo sei
centesco) che poco dappresso, nella seconda parte (1715)
deWeRiflessioni sopra
il buon gusto,
avrebbe trovato una sintetica enunciazione metodologica:
per morale io intendo non solamente l’aristotelica, ma eziandio un’altra morale,
da cui essendo noi condotti a minutamente contemplare l’uomo in pratica, scorgia
mo agevolmente co’ nostri occhi gl’innumerabili difetti palesi, e tante segrete mac
chine dell’uomo in azione, in conversazione, in pubblico e in privato. In tal maniera
noi penetriamo nell’interno dell’uomo e meglio intendiamo qual sia vizio e quale virtù
in lui (p. 62).
Consapevolmente, Muratori collocava questo indirizzo
osservativo
dei mec
canismi
morali
accanto al collaudato filone della letteratura di
institutio-,
indi
rizzo osservativo che si veniva progressivamente precisando e definendo so
prattutto nel confronto con l’apologetica newtoniana, penetrata nella cultura
italiana nel primo decennio del sec. XVIII, in ispecie attraverso la mediazione
della «Bibliothèque choisie» di Le Clerc, grazie al gruppo di cattolici illumina
ti raccolti a Roma e Firenze attorno a Celestino Galiani, Francesco Bianchini e
Giovanni Bottari (quello stesso gruppo, ricorda opportunamente la Continisio,
che «aveva assiduamente lavorato pochi anni prima alla ripubblicazione delle
opere di Galileo e Gassendi», p. 77). Particolare attenzione era rivolta allo scon
tro tra la fisico-teologia newtoniana, convinta di poter coniugare scienza mo
derna e ortodossia cristiana, e
free-thinkers
e deisti, assertori dell’autosufficien
za della ragione naturale e dell’inesorabile effetto
dissolutore
della sua moder
nità nei confronti di alcuni dei dogmi fondamentali del cristianesimo. La tra
duzione italiana, nel 1719, della
Physico-theology
di William Derham, segnava