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RECENSIONI
egli scriverà - riconosco d’averlo ricevuto da questa scuola» (p. 23), e destinati
a lasciare un’ indelebile traccia sulla sua personalità se è vero che per tutta la vi­
ta restò fedele alla dottrina tomistica, come testimonia, tra l’altro, l’edizione na­
poletana (scrupolosamente affrontata dal Pacia alle pp. 121-151) del 1720 dei
Commentari
di Estio alle
Sentenze
di Pietro Lombardo, curata dal Torno e ar­
ricchita da due appendici atte a «far conoscere a tutti la purezza della dottrina
tomistica e scoprire le frodi dei giansenisti» (p. 132).
Le notizie biografiche raccolte dall’autore (pp. 21-77) mostrano come non
mancarono ostacoli alla vocazione religiosa del giovane Torno e dopo l ’iniziale
formazione religiosa il completamento nel 1693 dell
'iter
di studi presso l’Uni-
versità di stato ne è testimonianza. Infatti, la laurea in
utroquejure
sembra es­
sere più il risultato di una necessità che di libera scelta se si considera il confe­
rimento, fuori Napoli, dei tre Ordini maggiori necessari per il conferimento del
sacerdozio. L’ipotesi, più che credibile, avanzata dal Pacia è che l’essere figlio
naturale tantum,
cioè nato da persone non sposate, rendeva diffidenti le gerar­
chie ecclesiastiche poiché un soggetto in tale stato era un «irregolare per difet­
to» secondo un articolo del
CodexJuris Canonici
vigente all’epoca (abolito nel
1983). Ironia della sorte la preparazione giuridica acquisita presso lo Studio di
stato tornerà in più circostanze utile al Torno non ultima nella contrapposizio­
ne al regio giudice Mastellone nella lite del Fisco contro i monaci della Certosa
di San Martino (pp. 193-205).
Comunque sia, nel 1695 ritroviamo il Torno ordinato sacerdote in Calabria,
a Isola, ma dopo soli sette mesi la domanda di ammissione alla Congregazione
delle Apostoliche Missioni gli permise il ritorno a Napoli e, soprattutto, l’inse­
rimento nella prestigiosa organizzazione dove restò per sei decenni ricoprendo
incarichi via via più prestigiosi fino a quello di Superiore per i trienni 1730-1733
e 1740-1743. E fu durante il primo periodo di superiorato che il Torno, con l ’ap­
poggio del cardinale Pignatelli, intervenne per evitare l’espulsione dalla Con­
gregazione di Alfonso de Liguori accusato dai confratelli di essersi allontanato
da Napoli per fondare a Scala una nuova Congregazione, ingannato, a loro di­
re, dalla suora visionaria Maria Celeste Crostarosa. Un intervento mai dimenti­
cato da Alfonso che riserverà nei sui scritti parole di sincera stima per il suo mae­
stro di gioventù. Ai rapporti del Torno con il propugnatore in campo morale
della «dottrina benigna», in grado di mantenersi lontana sia dal rigorismo che
dal lassismo, l’autore dedica pagine interessanti (pp. 85-98). Sulla scorta di au­
torevoli studiosi alfonsiani (T. Rey-Mermet, R. Telleria, D. Capone) si delinea il
contributo del Torno allo sviluppo della personalità di Alfonso. Il Torno, infat­
ti, fu il direttore di coscienza e guida di Alfonso nella Congregazione delle Apo­
stoliche Missioni nel biennio 1724-1725, tappa fondamentale nello sviluppo del­
la dimensione missionaria dell’opera del santo e non mancò nel 1732 di presta­
re il suo autorevole aiuto ad Alfonso allorquando quest’ultimo gli affidò il deli­
cato compito di elaborare i regolamenti della nascente Congregazione del SS.
Salvatore. Non di meno le testimonianze di Alfonso favoriscono l ’intelligenza
di alcuni aspetti dell’insegnamento del Torno, docente di Teologia al Seminario
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