AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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barie ritornata» nella costituzione delle idee
umane, e dall’altro su Francesco De Sanctis, il
quale indicava in Vico il «precursore del nuo­
vo». Il filosofo napoletano, infatti, era consi­
derato da De Sanctis un protagonista della
«riforma morale e intellettuale» grazie all’idea
del possibile ritorno della barbarie, che servi­
va a svelare il nocciolo della sua teoria aperta
alla scoperta del mondo storico, psicologico,
positivo e concreto. Richiamando alcune con­
siderazioni svolte in
Zola e l’Assommoir
(1879), l’A. mette in luce l’originalità dell’in­
terpretazione desanctisiana di Vico, tutta in­
centrata sulla scoperta di una scienza fondata
sull’osservazione e sul reale. In quest’ottica la
«barbarie ritornata», intesa come una moda­
lità sempre capace di rinnovare le forme del­
l’arte e della vita civile, è vista come un anti­
doto per combattere il declino e la dissoluzio­
ne della civiltà, che consentiva a Vico di co­
gliere anche «l’incipiente crisi dei suoi tempi».
[M. M.]
4.
CANTELLI
Gianfranco,
Il quadrilatero
delsignificato secondo Vico,
in
IImondo di Vi­
co/Vico nel mondo. In ricordo di Giorgio Ta-
gliacozzo,
a cura di F. Ratto, Perugia, Guer­
ra, 2000, pp. 317-337.
L’A. rileva come
prima facie
la teoria vi­
chiana dell’origine del linguaggio possa defi­
nirsi platonica in contrapposizione al conven­
zionalismo aristotelico «si tratta però di un ac­
cordo problematico, che per essere bene in­
dividuato ha bisogno di nette, radicali corre­
zioni» (p. 317). Infatti per la loro natura pas­
sionale e psicologica gli «universali fantastici»
pur rappresentando un linguaggio naturale
non esprimono la realtà delle cose bensì un
vissuto umano fatto di paura ed ignoranza ep­
pure in grado di avvicinare l’uomo alla divi­
nità. Per fornire ulteriori elementi di precisa­
zione delle dottrine vicinane l’A. affronta il ri­
chiamo di Vico al luogo del
De interpretatio­
ne
di Aristotele dove i suoni della voce ven­
gono ricollegati alle «affezioni», immagini del­
le cose, nell’anima e non direttamente alle co­
se. Per segnare la distanza di Vico dalla con­
cezione aristotelica del linguaggio l’A. affron­
ta il nodo del rapporto tra segno, significato e
cosa che può essere raffigurato da un triango­
lo e che viene utilizzato dall’A. per chiarire co­
me per Aristotele «l’oggetto e il pensiero cor­
rispondente siano già stabiliti indipendente­
mente dal linguaggio e che trovino nel segno
linguistico soltanto un supporto esterno» (p.
323). L’inadeguatezza dello schema triangola­
re del rapporto segno/significato viene ulte­
riormente alla luce se si considera che il lega­
me aristotelico tra pensiero e realtà comporta
un legame tra l’immagine e il segno che la si­
gnifica mentre per Vico «pensare e parlare so­
no il prodotto di una stessa operazione»
(ivi).
L’origine del linguaggio si ha quando gli uo­
mini cominciarono a «umanamente pensare»
non le cose ma i segni, l’«universale fantasti­
co», originario e precedente l’esperienza sen­
sibile: «il primo pensiero, la prima ‘parola’
concepita ed espressa dal primo bestione or­
mai sul punto di diventare uomo non è riferi­
ta a una delle tante cose naturali che affollano
l’esperienza sensibile che esso ha delle cose,
ma si rivolge a un dio, Giove, che così diviene
anche il primo ente che oggettivamente viene
riconosciuto, cioè, pensato, nominato e det­
to» (pp. 327-328) e attraverso il quale la realtà
tutta acquista significato perché diviene essa
stessa segno, «lingua divina». Il linguaggio ori­
ginario che è poi il linguaggio dei miti inter­
preta la realtà come segno naturalmente si­
gnificante mediante l’idea creata dall’unità di
segno e di significato dall’immaginazione
umana «lo stesso fatto che sia un determinato
contenuto sensibile a essere assunto come se­
gno di quanto la mente immagina, fa sì che ta­
le immagine, divenutane il significato, si im­
ponga essa come reale, come prototipo og­
gettivo di ciò che invece è soltanto una idea
che la mente si è fatta della realtà» (p. 337).
[R. M.]
5.
Carteggidi Carlo Cattaneo,
Serie I:
Let­
tere di Cattaneo,
voi. 1 , 1820-15 marzo 1848,
a cura di M. Cancarini Petroboni-M. Fugaz-
za, Firenze, Bellinzona, 2001, pp. 724.
È il primo volume dell’Edizione nazio­
nale dei
Carteggi
di Carlo Cattaneo e contie­
1...,199,200,201,202,203,204,205,206,207,208 210,211,212,213,214,215,216,217,218,219,...241