AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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che permetta, a nostro avviso, di sintetizzare
e interpretare meglio tutto ciò che è emerso
dalle ricerche condotte in psicologia cogniti­
va sui processi di
concettualizzazione
e di
ver-
balizzazione»
(p. 119).
[M. S J
15.
De
M iran d a
Girolamo,
Fino a «con­
vincere chicchesia». Vico, i suoi contatti roma­
ni e i complessi rapporti con il mondo ecclesia­
stico,
in «Intersezioni» XXI (2001) 1, pp. 169-
174.
L’A. arricchisce il suo già prezioso con­
tributo alla migliore conoscenza dei rappor­
ti di Vico con il mondo ecclesiastico sul fini­
re degli anni Venti (vedi questo «Bollettino»
XXVIII-XXIX, 1998-1999, pp. 5-69) soffer­
mandosi sui contatti personali e sulle strate­
gie editoriali adottate dal filosofo napoleta­
no per mettere la sua opera al riparo dell’oc­
chiuto interessamento dell’inquisizione ro­
mana. Dopo i due contrapposti pareri for­
mulati da Giovanni Rossi e Fortunato Tam­
burini una terza relazione era stata, infatti,
commissionata dal Sant’Ufficio e con tutta
probabilità non venne mai redatta anche per
il diretto interessamento di amici ed estima­
tori di Vico, operosi negli stessi ambienti cat­
tolici, attivamente impegnati a svolgere una
poco vistosa quanto fruttuosa azione a favo­
re del filosofo napoletano.
[R. M.]
16.
Etica individuale e giustizia,
a cura di
A. Ferrara, V. Gessa-Kurotschka, S. Maffet­
tone, Napoli, Liguori, 2000, pp. XI-483.
Il volume raccoglie gli atti del convegno,
omonimo, tenutosi a Cagliari-Is Molas dal 23
settembre al 26 settembre 1999; convegno
che si inscriveva, come ricorda Giuseppe
Cantillo nella
Prefazione
e come distesamen­
te argomenta Vanna Gessa-Kurotschka nel-
l’
Introduzione,
in un ampio e complesso pro­
getto di ricerca. Di fronte alla crisi indubbia
dell’etica nel ’900, le soluzioni, non di rado
estreme, sono state le più diverse; è sul nodo
centrale di tale dibattito - il rapporto tra in­
dividuale e universale, tra il particolarismo di
valori individuali e l’universalità del giusto -
che i curatori del convegno si sono posti l’o­
biettivo non facile di far emergere, in studi e
ricerche provenienti da ambiti molto distan­
ti, i punti di convergenza. Nella ricognizione
del dibattito, intricatissimo, che la Gessa-
Kurotschka ci offre, emerge un percorso più
marcato, forte anche della molteplicità delle
prospettive: il recupero, o la «riabilitazione
etica dell’individualità» (p. 12), spogliata da
ogni sospetto di particolarismo e, insieme,
una rinnovata «rilevanza pratica» della co­
noscenza di sé. Terreno di ‘coltura’, per così
dire, di questa linea, è il recupero, variamen­
te anicolato, dell’etica aristotelica, spesso in
opposizione al formalismo etico di Kant, del
quale si assume piuttosto la formulazione
dell’«universalità soggettiva» data nel giudi­
zio riflettente della
Kritik der Urtheilskraft,
privandola, tuttavia, della struttura trascen­
dentale del soggetto che vi è sottesa. Ma mol­
ti sono gli autori che, insieme ad Aristotele e
Kant, vengono interrogati nello sforzo di rin­
novata riflessione sull’etica individuale che il
volume si propone; Vico vi prende un posto
peculiare ed incisivo, testimoniato dai tre
densi saggi raccolti nella terza delle sei sezio­
ni che compongono il libro.
Francesco Botturi, nel suo
Letica erme­
neutica di Giambattista Vico,
individua nel
percorso tracciato nella
Scienza nuova
un
nesso strutturalmente ermeneutico tra etica
ed interpretazione della storia; il circolo vir­
tuoso che si costituisce sulla composizione di
«vero» e «certo», sapere e azione, è infatti de­
cisamente fondato sull’ermeneutica. Il
verum
ipsumfactum,
esplica appieno, per Botturi, la
sua valenza ermeneutica nella
Scienza nuova,
ma la possiede già nelle sue prime formula­
zioni. «La ‘scienza nuova’ prende forma a
partire dalla
rilettura vichiana del ‘verumfac­
tum’ in chiave di antropologia linguistica»
(p.
223): il linguaggio poetico non è derivato o
figurato, ma originario, in quanto rende visi­
bile il vero nell’esperienza e lo interpreta. In
tale prospettiva l’istanza etica si colloca nel­
lo spazio tra l’azione e il senso, il vero che
sempre la eccede, e che sempre ripropone
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