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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
uno sforzo interpretativo, da compiersi, an­
cora, attraverso il fare; la storia del diritto ro­
mano mostra esemplarmente l’evolversi e il
modificarsi di questa incessante tensione. Il
senso comune, attraverso il pudore, vincola
interpretazione poetica del mondo, coscien­
za etica ed agire dell’
humanitas-,
la coscienza
etica viene meno proprio laddove - come nel­
la «barbarie della riflessione» - sia smarrito
questo nesso originario.
Il saggio di Giuseppe Cacciatore,
Indivi­
dualità ed etica: Vico eDilthey,
non si propo­
ne un’analisi comparativa dei due pensatori,
ma mira piuttosto ad esplicitare, in Vico co­
me in Dilthey, spunti teorici rilevanti per le
attuali riformulazioni del rapporto fra etica
individuale ed etica della vita storica, di una
storia però in cui l’universalità dei valori non
sia più cercata in riferimenti metafisici e me­
tastorici, ma nella comunità e condivisione di
valori. Nell’itinerario vichiano, dal
De ratio­
ne
fino alla
Scienza nuova,
l’A. coglie, innan­
zitutto, elementi che indicano con forza una
rivalutazione dei contenuti individuali: atti­
vità «poietica», ingegno, fantasia, senso co­
mune, testimoniano in modo non marginale
la persistenza e lo spessore, nella storia, del­
l’individualità; persistenza e spessore che,
però, sarebbero impensabili senza il continuo
rimando alla dimensione storico-civile. Le
«pratiche», i costumi umani, sono il solido e
mutevole punto di giuntura tra una univer­
salità dei valori - sempre storicamente intesa
- e l’etica dell’individuo. Sul terreno di fon­
dazione di tale reciprocità Vico porge, in cer­
to qual modo, il testimone a Dilthey. Il pen­
satore renano, nel perenne confronto con un
contesto culturale fortemente caratterizzato
dalla «crisi dei valori» e dai rischi del relati­
vismo, ridefinisce l’individualità attraverso la
globalità dell’esperienza di vita, offrendole
un’incidenza nella storia ampia e consistente,
che non si ferma ad un rapporto conoscitivo,
ma, in una dimensione strutturalmente inter­
soggettiva, guadagna lo spazio di ascolto, e di
azione, e di realizzazione, della propria etica.
In
Autocomprensione autentica. Il lin­
guaggio dell'individualità e il ‘diversiloquio’
poetico
Vanna Gessa-Kurotschka individua,
nella
Scienza nuova
vichiana, il modello di
una possibile ricomposizione dell’individua­
lità frammentata dalla nietzscheana «morte
di Dio». L’«universale fantastico», articolato
nel «diversiloquio poetico», unifica la molte­
plicità senza sacrificarla; la conoscenza di sé
e del mondo, il linguaggio che questa cono­
scenza comunica, vanno ad inserirsi in una
comunità del senso che sempre accoglie le
singolarità. La metafora, l’invenzione inge­
gnosa, sono insieme strumenti di compren­
sione, di interpretazione, di sé e del mondo,
e, per ciò stesso, strumenti di comunicazio­
ne e di attività «pratica». Prospettiva, questa,
quantomai feconda per gli attuali tentativi di
rifondazione di un’etica individuale «post­
metafisica».
[M. R.]
17.
GIARRIZZO
Giuseppe,
Ilprogresso co­
me ritorno?,
in
Storia, filosofia e letteratura.
Scrittiin onore di GennaroSasso,
a cura di M.
Herling e M. Reale, Napoli, Bibliopolis,
1999, pp. 403-412.
Accertato il dissolvimento del tema delle
origini
nell’«orizzonte storiografico» dell’Eu­
ropa del presente «post-modernismo» (p.
403), l’A. propone, in rapida, acuta sintesi,
una riflessione sul
progresso,
alternativa a
quella degli scienziati sociali della Scozia di fi­
ne Settecento (Hume e Monboddo, Smith e
Millar), fiduciosi nello svolgimento lineare
dal
barbaro
al
civile
(p. 404). Opposto ad un
modello finale di
civiltà,
di
stabilità
e
perfe­
zione
è il privilegiamento di una fenomenolo­
gia, fondata sul «presupposto che perfezione
e verità stiano entrambe all’origine, che sia in­
tervenuto un evento (la Caduta?) che ha reso
possibile la perdita dello stato originario e il
degrado successivo» (p. 408). E un nodo de­
cisivo della filosofia della storia che coinvol­
ge concetti chiave del pensiero storico (le ori­
gini e la fine, il tempo ciclico e quello lineare)
e che, nel Settecento, prospetta l’estensione
del «concetto di progresso alla sfera etica» (p.
409), a spese dell
'ermetismo
e del
millenari­
smo.
In proposito cade l’interessante richia­
mo a Vico: «La dimensione religiosa, tanto in
area protestante quanto in area cattolica, re­
cupera il tema delle origini (la Chiesa primi­
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