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AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
no, di spunti vichiani nelle successive pole
miche antifeudali (ed annuncia in proposito
la prossima pubblicazione di un suo volume
dedicato a
Enlightenment and Revolution in
Naples.-from Vico to Pagano),
l’opera di Vico
sarebbe sostanzialmente estranea a questo
modello, gravata dalle sue oscurità (sulle cui
denunce da parte di Giustiniani, Napoli-Si-
gnorelli e soprattutto Galanti, si sofferma),
ma anche dalla sua scarsa rilevanza rispetto
ai temi giurisdizionali che dominano le ri
flessioni dei riformatori di fine secolo: «Vico
would eventually be retrieved and celebrated
by Neapoletans as his fame spread across Eu
rope in thè nineteenth century but he would
never be considered as integrai to thè narra
tive of thè practical and patriotic which do-
minated Neapolitan cultural debate from thè
late eighteenth century» (p. 161).
[D. A.]
23.
M a rtira n o
Maurizio,
Alcuni mo
menti dell’interpretazione ferrariana della fi
losofia di Vico,
in
II mondo di Vico/Vico nel
mondo. In ricordo di Giorgio Tagliacozzo,
a
cura di F. Ratto, Perugia, Guerra, 2000, pp.
283-294.
Singolare ‘fortuna’ quella del Ferrari edi
tore ed interprete di Vico; da un lato, infatti,
l’interesse prevalente degli studiosi si è con
cretato sull’evoluzione del pensiero del Fer
rari dopo il 1838, dall’altro, tra molti studio
si di Vico grava ancora il giudizio del Croce,
frettolosamente e recisamente liquidatorio
dell’ interpretazione ferrariana di Vico. L’in
teresse dell’A. va dunque nella duplice dire
zione di contribuire a ricostruire le prime fa
si della formazione del filosofo milanese che
poi corrisponde agli anni di preparazione e
realizzazione della prima edizione delle ope
re complete di Vico (1835-1837). L’A. osser
va che il giovane Ferrari ha «sempre come re
ferente teorico principale Giambattista Vi
co» (come testimoniano recensioni e pagine
autografe dedicate a Lerminier, Ballache,
Mamiani, Jannelli, Pagano e Lomonaco e la
monografia dedicata al Romagnosi nel 1835)
letto e filtrato, con la mediazione del magi
stero romagnosiano, attraverso le indicazio
ni e suggestioni dell’indirizzo francese di fi
losofia della storia (Ballanche e Michelet).
L’A. si sofferma in particolare sull’attività di
recensore del giovane Ferrari che mette in lu
ce alcuni dei temi poi ripresi ed approfondi
ti nelle introduzioni ai singoli volumi dell’e
dizione di Vico - rapporti di Vico con la sua
epoca, genesi logica e storica del sistema vi
chiano e progressi del pensiero dopo Vico -
ampliati e chiariti nella conclusiva monogra
fia su
La Mente di Vico
nel 1837. L’A. riper
corre il maturarsi dell’interpretazione ferra
riana di Vico e sottolinea, opportunamente,
la centralità indicata dal Ferrari, del rappor
to tra
Diritto universale
e
Scienza nuova
per
la comprensione del capolavoro vichiano al
la luce anche del suo contrastato rapporto
con il XIX secolo. «Si tratta (per il Ferrari)
di un processo che, muovendo dai dati posi
tivi del diritto romano, giunge con l’edizione
del ’25 ad un più alto grado di consapevo
lezza teorica per trasformarsi poi nella
Scien
za nuova
del ’44 in un deciso allontanamen
to dai fatti del mondo umano avantaggio del
la dimensione teorico-metafisica, un allonta
namento che segnerebbe la distanza di Vico
dalla cultura e dagli interessi scientifici del
XIX secolo» (p. 293).
[R. M.]
24.
M a z z o tta
Giuseppe,
Varrone,
Sant’Agostino e Vico,
in
IImondo di Vico/ Vi
co nel mondo. In ricordo di Giorgio Taglia-
cozzo,
a cura di F. Ratto, Perugia, Guerra,
2000, pp. 157-163.
Indagare sul controverso rapporto tra
Vico e Varrone significa prima di tutto, come
già buona parte degli studi più recenti su Vi
co aveva individuato, indagare sulla media
zione operata dalla critica agostiniana. «In
dubbiamente, Vico assimila la critica agosti
niana di Varrone, ma sarebbe un grave erro
re concludere che egli ingenuamente ripeta,
con grande ritardo, l’attacco di Agostino. Al
contrario, la posizione di Vico è assai com
plessa. Riconosce che un insanabile contra
sto esiste tra Agostino e Varrone, ma le loro