AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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Particolarmente efficace, infine, l’analisi
del dualismo di
ius naturaleprius
(di cui Oli
vier marca le ascendenze hobbesiane e spi-
noziane) e
posterius
(pp. 142-146), che trova
riscontro nel dualismo della natura umana e
presenta qualche problematica affinità con la
concezione graviniana della
lex promiscua
e
della
lex solius rationis
(p. 144). E da notare,
al riguardo, come l’A. colga acutamente la
tensione tra la nozione ulpianea (D. 1.1.1.3)
di
ius naturale
come diritto «non humani ge
neris proprium», ma
comune
a tutti i viventi,
e il diritto naturale primario vichiano che è
un diritto in definitiva
solo
umano, già
vo
lontario,
già
storico
; un
ius naturale
che è sì,
spinozianamente, conato autoconservativo
ma, diversamente da Spinoza, conato della
mente. Ne consegue che «l’homme seul ait
un droit» (p. 145).
[G. Car.]
27.
Papini
Mario,
La dottrina vichiana
del conato come chiave interpretativa genera
le della ‘Scienza nuova’: nuove considerazioni
e linee interpretative,
in
IImondo di Vico/Vi
co nel mondo. In ricordo di Giorgio Taglia-
cozzo,
a cura di F. Ratto, Perugia, Guerra,
2000, pp. 193-212.
Sono note agli studiosi di Vico le tesi
continuiste dell’A. strenuo avversario, so
prattutto, di ogni possibile cesura tra
De an
tiquissima
e
Scienza nuova
; tesi ribadite in
questo suo contributo che prende le mosse
dalla lettera di Vico al Gaeta del ’37 per ri
confermare che «1) sia la struttura formale
che l’impianto tematico della
Scienza nuova
non sono comprensibili, se non si inserisco
no nel quadro della metafisica geometrico-
conativa tracciata da Vico nel
De antiquissi
ma
; 2) la dottrina dei punti di conato, lungi
dall’essere una marginale curiosità, è invece
una delle più audaci e originali soluzioni of
ferte dalla pur ricchissima
età barocca',
3 )l’er
meneutica vichiana è uno straordinario cam
po di sperimentazione per verificare, in sede
prettamente teorica, la funzione trainante
svolta dalle cd.
ontologie epocali
(fermo re
stando che, per Vico, è ancora pienamente
sollecitante - non ostante la relativamente
differita dislocazione cronologica - la poten
te
ontologia barocca)»
(p. 211).
[R. M.]
28.
PATELLA
Giuseppe,
Vico e il primato
del sentire,
in
IImondo di Vico/Vico nel mon
do. In ricordo di Giorgio Tagliacozzo,
a cura di
F. Ratto, Perugia, Guerra, 2000, pp. 339-348.
L’A. sottolinea quel «primato della sfera
del sentire» che Vico individua fin dalle
Ora
zioniinaugurali
;ma è il De
ratione
che «si po
ne chiaramente come il primo compiuto ten
tativo vichiano di difesa dell’universo della
sensibilità, dei diritti della verosimiglianza e
del probabile» (p. 340). D’altra parte, la vi
chiana riflessione sulla sensibilità non rap
presenta una mera constatazione di una
realtà fisiologica passiva, ma si pone come
premessa per «quella che si potrebbe chia
mare una
sapienza del senso» (ivi),
tesa a va
lorizzare le facoltà creative che sono all’ori
gine della poesia e della civiltà.
Proseguendo nel rapido
excursus,
Patel
la si sofferma sul
De antiquissima,
in cui Vico
individua tra le operazioni della mente quel
la «perceptio» che si avvale delle quattro fa
coltà sensibili, senso, memoria, fantasia e in
gegno, conferendo a quest’ultimo un ruolo
centrale ed essenziale. Per Vico, osserva Pa
tella, «non sembrano dunque essere la ragio
ne, l’analisi, la deduzione, ma l’ingegno, la
sintesi, l’intuizione fantastica a fondamento
della natura umana» (p. 342), ratificando co
sì «l’indipendenza dell’universo sensibile» e,
nel rapporto con le cose, «l’affermazione di
un primato dell’estetica». Alla «particolarità
del senso» Vico fa seguire l’universale fanta
stico, che si forma proprio attraverso la sen
sibilità, per cui «la conoscenza fantastica è co
me se fosse il prolungamento fantastico del
senso, la sua versione ingegnosa e creativa»
(p. 345), legato rispettivamente alla concre
tezza del particolare e all’orizzonte della ra
gione. Patella sottolinea come, proprio alla
luce dell’universale fantastico, la poesia vi
chiana «non può più essere interpretata co
me forma spirituale individualizzante ed alo