AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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nella barbarie di una ragione che ha esaspe
rato le sue possibilità non sia effettivo. Ma di
fatto, «rien, dans ses textes, n’indique ex-
pressément, comme on le prétend souvent,
qua ses yeux l’Europe est entrée dans un tem-
ps de ‘barbarie de la réflexion’ avancée»
(ivi).
Si tratta perciò di una fiducia attenta e vigile
nella ragione; e Pons nota come anche pres
so gli Illuministi in realtà non c’è mai stata
una «confiance sans faille dans l’avenire de la
civilisation», se non in una fase tarda con
Turgot e Condorcet, laddove un D’Alem-
bert, un Montesquieu o un Rousseau sono
pervasi, come Vico, da un fremito di preoc
cupazione per l’avvenire della civiltà.
[A. S.]
3 1.
REMAUD
Olivier,
Langage et pouvoir
dans la «Scienza nuova» de Vico,
in
Langage
etpouvoirà l’àgeclassique,
a cura di P. -F. Mo-
reau - J. Robelin, Franche-Comté, Presses
Universitaires Franc-Comtoises, 1999, pp.
89-107.
La scansione triadica della storia che
informa la
Scienza nuova
viene approfondita
dall’A. nel suo ritmo «propriamente politico
e giuridico in cui la libertà diventa la posta in
gioco della lotta di tutte le epoche» (p. 89).
La filosofia della storia vichiana va letta dun
que nella prospettiva di un movimento «ge
neratore di libertà» (p. 90), in cui non sol
tanto l’elemento politico e quello linguistico
«sono paralleli tra loro, ma sembrano esser
lo parimenti la loro storia e la loro morfolo
gia»
(ivi).
Alla base di questa dinamica vi è il
ruolo della natura che, per l’appunto, fa del
la storia della libertà politica una «storia na
turale»; ed è proprio il vocabolario della na
tura una chiave privilegiata del rapporto di
integrazione tra politica e linguaggio. In par
ticolare, Remaud affronta l’indagine a parti
re da alcuni paragrafi dell’opera vichiana in
cui sembra più difficile coniugare natura e
storia, soprattutto nel rapporto tra la natura
stessa e il linguaggio della ‘democrazia’. In
realtà, egli spiega, «la nozione di natura non
dipende esclusivamente dall’opposizione ‘per
natura-per convenzione’» (p. 99), e, soprat
tutto, è possibile seguire un passaggio in cui
il termine ‘natura’ si sposta dal piano stretta-
mente linguistico a quello squisitamente po
litico. In questo senso, per Vico «non può es
serci storia se non sulla base di una differen
za di natura» (p. 100). La natura ‘nobile’ e
quella ‘servile’ sono di fatto radicalmente in
compatibili, per cui quella che Vico chiama
«ragione naturale del mistero delle leggi» va
contemplata a partire dalla differenza origi
naria tra quelle due nature. Analogamente,
nel rapporto tra equità civile ed equità natu
rale, la prima si ha «quando l’interesse degli
eroi coincide con l’interesse dello Stato, cioè
quando l’autorità non concerne se non un
piccolo gruppo di persone, e si esercita nel
segreto. Quella che alla fine del §953 chiama
‘ragion di Stato’», mentre l’equità naturale «è
il principio universale che fa della civiltà il ri
sultato di una rappresentazione del potere li
beramente ripartito e non più riservato a una
piccola classe di uomini» (pp. 101-102). Eb
bene, il rapporto tra equità civile ed equità
naturale «riproduce perciò la divisione so
ciale che la differenza originaria tra due na
ture di uomini aveva creato» (p. 102). La sto
ria del diritto romano costituisce un esempio
di un «ritmo al tempo stesso frammentario e
in progressione costante», in una alternanza
di tensioni e parziali realizzazioni.
Nelle conclusioni, l’A. ribadisce l’impor
tanza della questione della lingua in virtù «di
una sorta di parallelismo tra la legge di evolu
zione della lingua e il suo uso politico», e pre
cisa che tale parallelismo è sotteso da una sto
ria in cui la lingua si coniuga col tema della li
bertà, perché «ogni natura è politica e ogni na
tura politica reca in sé le tracce linguistiche di
una lunga storia della libertà» (p. 107).
[A. S.]
32.
Remaud
Olivier,
The Rythm of Hi-
story: Nature, Language, and Politics in Vico’s
Scienza nuova, in «New Vico Studies» XVIII
(2000), pp. 39-55.
L’A. si propone di rintracciare attraver
so un’analisi del concetto di natura il nesso
che unifica nel pensiero vichiano il linguag
gio e la politica. Attraverso l’analisi compa