AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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equivoco della storiografia vichiana, necessi
ta di un poderoso lavoro di traduzione e con
testualizzazione, data l’apparenza avulsa dal
le prospettive epistemologiche attuali. Ma la
lettura dell’A. fornisce anche significative
tracce per cogliere la più vasta importanza
storico-culturale della corrente zenonista,
mostrando ad esempio come il persistere del
le sue costellazioni problematiche contribuì
ancora ad ispirare l’«atomismo di punti» di
Boscovich, la cui influenza sarà decisiva sul
l’evoluzione successiva della fisica e della chi
mica.
[S. C.]
35.
R u g g ie ro
Raffaele,
Paesaggi vichia
ni. Complessità storica e tecniche deldiscorso
,
in «Schede Umanistiche» (2000) 1, pp. 5-34.
L’accostamento dell’A. tra la
Geo
graphia Generalis
di Bernhardt Varen - che
alla metà del XVII secolo segnò una tappa
decisiva della moderna geografia - e l’opera
di Vico nasce dalla suggestiva lettura di Giu
seppe Mazzotta del pensiero di Vico come
«nuova mappa del mondo» (vedi questo
«Bollettino» XXX, 2000, pp. 255-262) e
suggerisce all’A. nuove prospettive esegeti
che del controverso ‘paesaggio’ filosofico vi
chiano, senza trascurare, però, sulla scia di
Alfred Korzybski che «una mappa non è il
territorio». Il primo di questi ‘paesaggi’ vi
chiani presi in esame affronta il controverso
rapporto di Vico con l’eredità ermetica ri
nascimentale e l’A. mostra come l’ambiguità
di fondo, presente nel
De antiquissima
del
presunto rapporto genetico di tutto il sape
re umano dall’antichissima sapienza egizia
venga risolto nella
Scienza nuova
con la teo
ria di una primitiva sapienza poetica. L’A. si
sofferma poi sulla
Spiegazione
funzionale al
la complessa struttura iconica della «dipin
tura» e rileva che «questa mappa è un invi
to a perlustrare regioni remote e appro
priarsi di un paesaggio intellettuale; l’autore
[Vico] induce a costruire modelli per com
prendere i fenomeni complessi tanto della
natura come della storia» (p. 18). L’A. pro
segue il suo percorso delimitando la dimen
sione filosofica-poetica della nuova scienza
vichiana, orientata storicamente in modo
differente dall’enciclopedismo Sei-Settecen
tesco e animata da una forte tensione etico
civile che ritrova soprattutto nell’opera sto
riografica vichiana dove più chiaramente
emerge il modello tucidideo-ciceroniano
animato dalla consapevole necessità di un
opus
storigrafico sostenuto da una forte cul
tura retorica. Ed è a partire dalla biografia
del Carafa che l’A. prende spunto per alcu
ne osservazioni sul rapporto tra storia e fin
zioni poetiche; un rapporto particolarmente
significativo per la «discoverta del vero
Omero» raggiunta attraverso un’analisi filo
logica che mostra come per Vico «i poeti ci
clici fossero animati da intenti storiografici»
(p. 29), poiché la poesia è essa stessa storia e
non semplice mimesi della storia. Infine, 1’
A. osserva come in Vico «il diritto come si
stema di rappresentazioni simboliche indu
ce a riflettere sulla ‘piazza’» (p. 33) come
luogo concreto dell’evoluzione giuridica dei
negozi astratti.
[R. M.]
36.
R u g g ie ro Raffaele,
Strategie dell’a
nonimato. Atti della confutazione tra Galilei
e Appiano Buonafede,
in «L avoro critico»,
(1996-1998), 28-30, pp. 119-142.
Un’analisi raffinata ed erudita, come nel
lo stile dell’A., che illustra il fenomeno degli
scritti anonimi e pseudonimi e la sua sfaccet
tata complessità. Il punto di partenza è pro
prio Vico e il doloroso incidente dell’anoni
ma recensione alla
Scienza nuova
1725 pub
blicata nel 1727 nella rubrica
Nova literaria
degli «Acta eruditorum lipsiensia». L
'ignotus
erro
attacca il napoletano prima di ogni altra
cosa per avere tenuto «nascosto ai dotti il suo
nome», che peraltro compare se non nel
frontespizio, nella lettera dedicatoria al car
dinale Corsini e nella dedica alle Accademie
d’Europa. L’A. annota finemente come «al
tema dell’anonimato è strettamente legato
quello dell’amicizia e della
fides
tradita» (p.
120), motivo per il quale la replica vichiana
si apre con la menzione di «quidam verus