I LUOGHI DELLA CONTEMPLAZIONE
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A causa del peccato, «l’uomo fu punito privandolo della conoscen­
za pura del vero eterno»; il «vero eterno» poteva di fatto essere ritrova­
to solo «da una ragione sovrannaturale, ma non mediante argomenta­
zioni razionali, bensì mediante una sola virtù della mente: la fede»30. Di
qui l’incarnazione del Verbo e il sacrificio compiuto «per riavvicinare il
genere umano a Dio»31. Dalla descrizione dello stato incorrotto a quel­
la della condizione umana successiva al peccato, Vico giunge dunque al
momento della «reintegrazione» «mediante un aiuto divino sopranna­
turale»32.
Eppure, il progetto salvifico non annulla, ma prende atto della na­
tura assunta dall’uomo con il peccato. Restaurare significa andare appa­
rentemente contro questa natura, in cui parole e valori antichi non sono
più comprensibili; ecco perché quando il Verbo «rivestì la natura uma­
na di sapienza divina (...) propose una legge contraria alla legge del cor­
po, ma autenticamente eroica»33. Dobbiamo obbedire a una legge che
per il primo uomo incorrotto era connaturata, e che non lo è più dopo
il peccato; in questo senso
adesso
la legge di Cristo risuona «contraria al­
la legge del corpo»; viene
prescritta,
e la sua obbedienza richiede sforzo:
eppure, «tutto ciò non è altro che la pietà infusa da Dio ad Adamo nel
suo stato di integrità»34.
Ma di una cosa Vico non dubita: l’opera della restaurazione si rea­
lizzerà nell’altra vita. Se l’uomo «ebbe la punizione di vedersi privato del­
la fruizione del bene eterno in questa vita a causa del peccato originale»,
ebbene, tale punizione, in questa vita, non sarà revocata. Il progetto di­
vino lavora per l’eternità rinunciando a riproporre al mondo una legge
cui l’uomo stesso ha rinunciato, violandola.
Con questa sua virtù, con la legge, con l’esempio, [Cristo] restaurò la na­
tura ora corrotta in modo tale che la vita divina dell’uomo, che aveva prese
le mosse dalla contemplazione di Dio con mente pura, ritornasse finalmen­
te a Dio, con lo stesso genere di contemplazione,
dopo questa vita terrena
35.
È vero, il Redentore restituisce anche, «con i suoi aiuti soprannatu­
rali, la castità della mente»; ma Vico si premura di aggiungere, in un pas­
so che, dolorosamente, manca nell’unica traduzione italiana novecente­
sca del
De constantia,
che viene restituita «non certo come nella natura
30
Ivi.
31
Ivi.
32
Ivi.
33
Ivi.
34
Ivi.
35
Ivi;
corsivi miei.
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