I LUOGHI DELLA CONTEMPLAZIONE
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re di
necessità
che induce a questo passo; la mancanza di un impulso del
la ragione in grado di contrastare le passioni, la mancanza di una auto-
disciplina voluta e sostenuta, richiedono dei correttivi radicali. Anche
qui l’immagine evocatrice è quella dell’assedio: assedio di fronte a un
esterno che non si è in grado di padroneggiare, di adoperare; ma anche
di fronte a un mondo interiore che non ha trovato la strada dell’ordine
e che si trincera in un luogo, reale o fittizio che sia, in cui, parafrasando
Vico, ci si può consentire di essere ‘sovrani nella solitudine’.
Lo scarto tra una contemplazione individuale, sempre più incline al
la natura «monastica» e «solitaria», e quella su cui si fonda la nuova scien
za vichiana, che ha come sua prospettiva la «mente umana delle nazioni»,
è ormai netto con la
Scienza nuova 1725.
Vico considera verità inconfuta
bile («la qual dee esser la prima di sì fatta Scienza») che il mondo delle na
zioni «è stato pur certamente fatto dagli uomini», e che i suoi princìpi «si
debbono ritruovare dentro la natura della nostra mente umana e nella for
za del nostro intendere»; e precisa che, mentre finora l’«umana mente»
era «contemplata dell’uom
particolare
per condurla a Dio com’eterna ve
rità che è la
teoria
universalissima della divina filosofia», adesso il ritrova
mento dei princìpi nella mente si innalza, rispetto a tale individualità,
a contemplare il senso comune del genere umano come una certa men
te umana della nazioni, per condurla a Dio come eterna prowedenza, che
sarebbe della divina filosofia la universalissima
pratica
57.
Con la
Scienza nuova 1744
l’elaborazione terminologica di Vico ha
raggiunto il pieno compimento. La
Spiegazione della dipintura
sottolinea
il senso forte della contemplazione quale strumento della filosofia; non
una filosofia della natura, che ha solo dimostrato «una parte» di Dio «con
l’aspetto della sua prowedenza» (perché Dio non viene mai separato dal
la sua espressione), ma una metafisica che, «più in suso innalzandosi»,
contempla in Dio il mondo delle menti umane, ch’è ’l mondo metafisi
co, per dimostrarne la prowedenza nel mondo degli animi umani, ch’è ’l
mondo civile, o sia il mondo delle nazioni58.
Il mondo delle menti umane, il mondo metafisico, di cui Vico parla,
unico oggetto di contemplazione, offre la cifra interpretativa per il mon
do civile; l’atto contemplativo è circolare, e il suo abbraccio comprende
una metafisica che a sua volta illumina il mondo civile. Vico costella la
57
Principi di una scienza nuova
1725,1, XI, in
Operefilosofiche
, cit., p. 185; corsivi miei
(d’ora in avanti,
Sn25).
58
Sn44,
«Idea dell’Opera», capov. 2, p. 3.