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MONICA RICCIO
condo i patrimoni dei cittadini»21, o come «ordine» impartito dalla prov­
videnza affinché nelle repubbliche popolari, nelle quali «si aveva a ri­
durre tutto o a sorte o a bilancia», non regnasse «il caso o ’l fato»22.
I
plebei, i più, nella storia non hanno combattuto per questo - e cer­
tamente hanno dovuto combattere23. L’eguaglianza di diritti che hanno
conquistato pezzo a pezzo e con fatica non è semplicemente giustizia di­
stributiva di ricchezze ed onori. Hanno combattuto per togliere il velo
alle parole «dure» e rigide, perché incomprensibili, per conquistare la
comprensione del senso delle cose. Il loro intendere la vanità dell’eroi­
smo, ed «esser essi d’ugual natura dei nobili» coincide con il dispiega­
mento delle menti umane tutte24. Ricordiamolo, «dall’avviso di Solone
dato agli ateniesi: ‘Nosce te ipsum’ (...) uscirono le repubbliche popola­
ri, dalle repubbliche popolari le leggi, e dalle leggi uscì la filosofia»25. La
filosofia nasce con e dalle repubbliche popolari perché esse nascono con
il dispiegarsi delle menti umane. E tuttavia, nei tempi umani, la filosofia
va a chiudersi nelle accademie, non rimanendovi però al sicuro come nel
chiuso recinto del senato nei tempi eroici, rischiando addirittura di as­
secondare «la corrottella della setta di questi tempi»26, e dunque di cor­
rompersi essa stessa. La sapienza riposta, se è ancora sapienza di pochi,
nascosta, non tutela più alcun segreto. L’«oscurezza» rischiarata ha se­
parato in modo più acuto le parole dalle cose, «perché mentre i popoli
sono ben costumati, essi operano le cose oneste e giuste più che ne par­
lano, perché l’operano, più che per riflessione, per sensi»27.
Se l’eloquenza nasce insieme alla filosofia, insieme ad essa si corrompe,
non muovendo più gli animi, e le passioni, al giusto, ma ingannando. La
menzogna della «riflessiva malizia» non ha nulla delle finzioni usate dalla
giurisprudenza eroica - che sono tutt’altro che il frutto di un’impostura28.
Si direbbe che la riflessione non possa essere mai completamente di­
spiegata, e che non possa essere autentica senza segreto. Ma il segreto
21
Sn44,
capov. 1042.
22
lbid.,
capov. 1101.
23 Cfr.
Sn25,
cap.
XLV,
p. 1074: «Guerreggiò dunque la plebe romana sotto il nodo di Ro­
molo per la vita che aveva salva nel di lui asilo. Guerreggiò poi sotto il nodo di Servo Tullio
per la libertà naturale che per lo censo aveva col naturale dominio de’ campi, che sarebbe a
lei stata tolta con la schiavitù; (...). Ma la plebe finalmente sotto il nodo delle
XII
Tavole (...)
guerreggiò per la libertà civile e per fini veramente magnanimi (...). Perché le contese eroiche
furono tutte di ragione, che i plebei volevano riportare per confession pubblica de’ medesi­
mi nobili e con l’autorità delle loro medesime leggi».
24
Sn44,
capov. 1101.
25
lbid.,
capov. 1043.
26 G. B.
Vico,
«Pratica della Scienza nuova», in
Sn44,
capov. 1406.
Vivi.
28 Cfr.
Sn25,
capp.
L
e
LI,
pp. 1078-1079 e
Sn44,
capow. 952-953.
1...,38,39,40,41,42,43,44,45,46,47 49,50,51,52,53,54,55,56,57,58,...241