IL GOVERNO DEI POPOLI
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non si può ripristinare, e la chiusura delle accademie «finge» un segreto
che non c ’è.
I
molti, d’altra parte, non vogliono e non possono, proprio in quanto
molti, farsi carico del compito della riflessione, perché esso rimane un
esercizio individuale, mai davvero condivisibile. Nel
De uno
Vico affer­
mava che, certo:
Può genericamente
[in genere
] la mente di un popolo essere scevra di
passioni, e perciò i giudizi del popolo, espressi in modo generale, sono, per
così dire, oracoli di volgare sapienza (...); ma, in ispecie
[in specie],
ella suol
essere perturbatissima, massimamente quando, qual mare agitato da ven­
ti potentissimi, ella è commossa e sollevata da turbolenti cittadini. In Ate­
ne i capopopolo, in Roma i tribuni della plebe, sempre la mente del po­
polo infiammando di violente passioni, spingevano le plebi ad ogni atto
più ingiusto contro i migliori cittadini, perseguitandoli con leggi partico­
lari e straordinarie. Ed in tal modo operando, giunsero i capopopolo
[de­
magoghi]
ed i tribuni della plebe a rovinare la libertà di quelle due repub­
bliche29.
Nella
Scienza nuova 1744
viene in parte ripresa, alla lettera, l’immagi­
ne, e collocata nel momento in cui si corrompono gli Stati popolari:
E quindi ancor le filosofie (...), e nascendo quindi una falsa eloquenza,
apparecchiata egualmente a sostener nelle cause entrambe le parti opposte
- provenne che, mal usando l’eloquenza (come i tribuni della plebe nella ro­
mana) e non più contentandosi i cittadini delle ricchezze per farne ordine,
ne vollero fare potenza; [e], come furiosi austri il mare, commovendo civi­
li guerre nelle loro repubbliche, le mandarono ad un totale disordine, e sì,
da una perfetta libertà, le fecero cadere sotto una perfetta tirannide (la qual
è piggiore di tutte), ch’è l’anarchia, ovvero la sfrenata libertà de’ popoli li­
beri30.
A questo punto, per ovviare a questo «gran malore delle città», la
provvidenza adopera uno dei «tre grandi rimedi», primo dei quali è la
monarchia31.
29 «Nam mens populi, exempli gratia, licet in genere affectuum vacua sit - unde populi
iudicia in genere prolata vulgaris sapientiae sunt (...);- tamen haec eadem populi mens in spe­
cie perturbatissima esse solet, maxime ubi a turbolentis civibus, ceu ab austris fretum, com­
moveatur, uti a demagogis mens populi atheniensis, a tribunis plebis mens populi romani in
singulos cives affectibus inflammari solebat; et aut invidiosis aut ambitiosis legibus singulari­
bus, extra ordinem latis, praeclari virtute viri patria utrinque pulsi (...). Quare et demagogi et
tribuni plebis tandem suae cuiusque reipublicae libertatem perdidere»
(De uno
, cap. CLII,
pp. 201-203).
30
Sn44,
capov. 1102.
31
Ibid.,
capov. 1103.
1...,39,40,41,42,43,44,45,46,47,48 50,51,52,53,54,55,56,57,58,59,...241