CONGEDO
Dal 30 aprile del 2002 ho lasciato la direzione del «Centro di studi vi-
chiani», che avevo assunto a partire dalla primavera del 1994. Dirò su­
bito che non si tratta di un addio definitivo, ma semplicemente di una ri­
collocazione del mio ruolo all’interno delle strutture di ricerca del Cen­
tro che, a seguito dei processi di riforma e riorganizzazione dell’ente di
cui esso è organo periferico (il CNR), entra a far parte di una più grande
famiglia e di un più ampio ed articolato progetto di ricerca. Il Centro na­
poletano, infatti, è diventato sede (e questa scelta ci inorgoglisce non po­
co) dell’«Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moder­
no» (ISPF), frutto della confluenza dei Centri di Napoli, Milano (Cen­
tro di Studi del Pensiero Filosofico e Scientifico del ’500 e del ’600 in re­
lazione ai problemi della scienza) e Genova (Centro di Studi sulla Filo­
sofia contemporanea). Alla direzione di questo nuovo istituto è stato chia­
mato, per unanime indicazione dei Centri e per designazione di una qua­
lificata commissione internazionale, il collega prof. Enrico Rambaldi, la
cui autorevolezza accademica e il cui prestigio scientifico rappresentano
di per sé la garanzia più certa del conseguimento dei futuri obiettivi di
ricerca e di studio. Il Centro vicinano, dunque, continuerà a vivere e non
solo perché, come ho detto, il suo patrimonio di energie umane e di pro­
getti scientifici rappresenterà un punto permanente di forza del nuovo
Istituto, ma anche perché a Napoli - come ha sollecitamente deliberato
il nuovo Comitato d’istituto del quale mi onoro di far parte come asso­
ciato alla ricerca - si è formalmente costituita una struttura tecnica la cui
responsabilità è stata affidata alla collega Manuela Sanna, dirigente di ri­
cerca del CNR e da lunghi anni punto indispensabile di riferimento del
Centro napoletano. Lascio dunque il testimone in buone mani, quel te­
stimone che a sua volta volle affidarmi otto anni or sono Fulvio Tessito­
re quando, eletto Rettore della «Federico II», dovette lasciare, per moti­
vi di incompatibilità regolamentare, la direzione del Centro. Ai colleghi
che subentrano nella delicata funzione di direzione e gestione esprimo
un sincero ed affettuoso augurio di buon lavoro, che continuerà ad esse­
re lavoro comune, anche nei limiti della nuova funzione che mi accingo
a svolgere. Ai ricercatori e al personale tecnico-amministrativo del Cen­
1,2,3,4 6,7,8,9,10,11,12,13,14,15,...241