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MONICA RICCIO
Certo, nonostante l’identità argomentativa, e metaforica, mancano qui
i soggetti agenti ‘specifici’, per così dire, presenti invece nel
De uno;
man­
ca la sottolineatura della strutturale passionalità dei molti, facile preda
dell’inganno di pochi, demagoghi e tribuni. Vengono invece in primo pia­
no fattori di corruzione che riguardano l’umanità tutta - la falsa filosofia,
e la falsa eloquenza - e la decadenza è passare da un ordine a un disordi­
ne, dalle ricchezze misurate e calibrate per dare ordine alle ricchezze usa­
te come strumento di potenza. Tuttavia, ancora nella
Scienza nuova 1744
la volontà scevra di passioni indicata da Aristotele come criterio di giu­
stizia32 - come premesso al passo citato del
De uno
- deve condurre ad
ordine. Ed è sotteso, nella
Scienza nuova 1744,
il convincimento che
in
specie
il volgo non possa ragionare, e possa far ordine solo dividendo le
ricchezze, non dividendo, specificando, riflessione e volontà scevra di pas­
sione per poi riunirle in una volontà di tutti. Non si dà, per Vico, volontà
generale che esprima
in genere
una razionalità, e non si dà né all’inizio né
alla fine del processo evolutivo dell’umanità. Non si dà, dunque,
rappresentanza, né il problema di definire una maggioranza - tema che
affanna anche chi, come Bodin, vuole pensare la democrazia al di fuori di
un patto razionale33. Si dà invece, comunque, la perpetua necessità del
ricondurre tutto a uno.
Incominciarono i governi dall’uno, con le monarchie famigliari; indi pas­
sarono a’ pochi, con l’aristocrazie eroiche; s’innoltrarono ai molti e tutti nel­
le repubbliche popolari, nelle quali o tutti o la maggior parte fanno la ragion
pubblica; finalmente ritornarono all’uno nelle monarchie civili. Né nella na­
tura de’ numeri si può intendere divisione più adeguata né con altr’ordine
che uno, pochi, molti e tutti, e che i pochi, molti e tutti ritengano, ciasche­
duno nella sua spezie, la ragione dell’uno; siccome i numeri consistono in in­
divisibili, al dir d’Aristotile, e, oltrepassando i tutti, si debba ricominciare dal­
l’uno. E sì l’umanità si contiene tutta traile monarchie famigliari e civili34.
Allora i «pochi sappienti di Stato» che nelle monarchie «consigliano»
«con equità civile le pubbliche emergenze ne’ gabinetti»35 non sottrag­
gono al popolo conoscenza e diritti, come nelle repubbliche eroiche. Ciò
che «serbano arcano» è posteriore alla «pubblicazione» del segreto36 e
«i monarchi sono in piena ed assoluta libertà di seguir o no ciò che loro
32
Ibid.
, capov. 1042.
33 Cfr.
J.
Bodin,
I
sei libri dello Stato,
a cura di M. Isnardi Parente, Torino, 1988,1.1, cap.
VII, libro II, pp. 651-663.
34
Sn44,
capov. 1026.
35
Ibid.,
capov. 951.
36 Cfr.
ibid.,
capov. 953.
1...,40,41,42,43,44,45,46,47,48,49 51,52,53,54,55,56,57,58,59,60,...241