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ROBERTO MAZZOLA
il contenuto o l’autenticità della
Tavola di Cebete
quanto la possibilità di
costruire per immagini un itinerario rammemorativo funzionale al con
cepimento di idee ‘figurate’ utilizzabili quali
tòpoi
da ripercorrere con
l’aiuto della fantasia.
I
tentativi enciclopedici cinque-seicenteschi di individuare la logica
sottostante a ciò che noi oggi definiremmo «memoria artificiale» sono si
curamente tra le fonti dell’ispirazione vichiana e gli studi sull’argomen
to ci aiutano nella lettura della «Dipintura» anche se non possono an
nullare l’interpretazione suggerita da Vico stesso. L’immagine, dice Vi
co, serve allo studioso «per concepire l’idea di quest’opera avanti di leg
gerla» dove il richiamo alla possibilità di concepire l’lidea’ di una cosa,
nel nostro caso di un libro, prima di averla conosciuta evoca la dottrina
platonica dell’anamnesi. La forzatura in tale direzione potrebbe arriva
re fino al punto di ritenere possibile la comprensione della genesi filo
sofica della
Scienza nuova
senza il supporto concreto delle prove ‘filolo
giche’, grazie alla capacità del lettore di ritrovare in se stesso la verità se
polta per mezzo di una intuizione intellettuale sottratta al mutevole cor
so delle cose umane.
E possibile, però, seguire altri percorsi e non in necessario contrasto
con la pista ora indicata. Il richiamo alle mnemotecniche induce a consi
derare gli elementi figurativi della «Dipintura» come condensati di nozio
ni il cui potere di stimolare idee deriva dalla relazione stabilita tra
res
e
ima
go
mentale colta dall’intuito del lettore. In questo caso i simboli figurati
sarebbero essi stessi le chiavi d’accesso ad un numero infinito di combi
nazioni storicamente accertabili; e a tal proposito ricordiamo che la «Di
pintura» svolge la sua funzione anche a posteriori con l’aiuto che al letto
re «somministri la fantasia».
Prima
della lettura essa serve per concepire
Videa, dopo
non soltanto aiuta a ricordare ciò che si è appreso bensì favo
risce la continuazione originale del lavoro avviato dalla nuova scienza.
Ragione, memoria e fantasia sono i tre lemmi del lessico intellettuale
vichiano sui quali ruota la
Scienza nuova-,
singolarmente o congiunta-
mente impiegati nella ricerca dei principi metafisici, della coscienza sto
rica e della rappresentazione poetica del «mondo delle nazioni».
Segnaliamo, infine, la remota ipotesi di un ricorso, più o meno crip
tico e se vogliamo moderno, alla «Dipintura» per svelare l’idea dell’o
pera a pochi iniziati attraverso la sua rappresentazione allegorica. Da
questa prospettiva sarebbe facile dar vita ad un gioco di rimandi sedu
centi ma fuorviami e ritenere, ad esempio, l’occhio della Provvidenza in
serito nel triangolo un esplicito calco della simbologia in uso nei circoli
massonici; ma per abbandonare subito questo avventuroso terreno ese
getico, segnaliamo tra i tanti esponenti della letteratura sui geroglifici e