L’«IDEA DELL’OPERA» DI G. VICO
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sulle «imprese» il nome di Cesare Ripa e la sua
Iconologia
del 1603, illu
strata da Cesari, quale probabile catalogo di parte del materiale icono
grafico usato da Vico e dai suoi collaboratori.
Più che le incerte possibilità ermeneutiche offerte dalla «Dipintura»
riteniamo di sicuro interesse lo stretto rapporto che essa intrattiene con
la sua spiegazione contenuta nell’«Idea dell’Opera» che, ripetiamo, fu
stesa in fretta e furia per sostituire le pagine dedicate ad una polemica ri
tenuta ormai sterile.
Uldea
pur abbozzando, almeno nelle intenzioni, l’in
tera opera, non deve trarci in inganno con la sua apparente neutralità. In
queste pagine, infatti, sono presenti spunti di rilievo in riferimento a pro
blematiche puntualmente riprese nel corso dell’opera e che trovano nel-
Yldea
la loro prima efficace tematizzazione. Nei «Corollari d’intorno agli
aspetti principali di questa scienza»8 ritroviamo, infatti, l’elenco detta
gliato di quanto anticipato nel
Videa:
la teologia civile ragionata della
provvidenza divina, la filosofia dell’autorità, la storia d’umane idee, la cri
tica filosofica degli autori antichi, la storia ideale eterna, il sistema del di
ritto naturale delle genti e i principi (origini) della storia universale. Que
sti
aspetti
non potrebbero fondersi in una nuova scienza senza le scelte
epistemologiche e metodologiche che legano la teoria e la prassi della co
noscenza storica. Sotto questo profilo, due proposte originali fanno da
leitmotiv
all
'Idea:
da un lato viene sottolineata con forza la convinzione
di potere garantire la «dimostrazione storica» della provvidenza divina,
dall’altro vengono messi a punto i canoni di una «nuova arte critica» ca
pace di evitare le secche del pirronismo storico. In questi due ambiti me
glio che altrove si chiarisce il senso filosofico della metodologia storica di
Vico che rinuncia alle «ipotesi», ma non alle «verità meditate in idea»,
senza le quali sarebbe impossibile ricondurre la filologia, condannata al
la sterile registrazione di fatti, ai «principi della filosofia».
Il
rapporto che lega la concezione vichiana della Provvidenza allo stu
dio scientifico della storia coinvolge la più volte asserita scissione ope
rata tra conoscenza scientifica e conoscenza storica o meglio tra
Na-
turwissenschaft und Geisteswissenscha/ten,
affermazione, in realtà, pro
blematica e tutta da definire nei suoi termini storiografici e filosofici a
meno di non leggere Vico esclusivamente alla luce dell’idealismo e del
lo storicismo ottocentesco.
Innanzitutto notiamo il dato quantitativo che testimonia l’enorme im
portanza attribuita alla Provvidenza menzionata per ben ventidue volte.
Questo elemento acquista maggiore risalto tenendo presente che le altre
pagine dove il termine è massicciamente ricorrente (ovviamente in pro
8 Capow. 385-399.