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ROBERTO MAZZOLA
porzione alla lunghezza del testo) sono quelle dedicate nel Libro IV al
Corso che fanno le nazioni &
nella breve
Conchiusione dell’opera,
mentre
non ci sembra casuale che la Provvidenza non svolga un ruolo significa
tivo nella
Discoverta del vero Omero.
La dichiarata esistenza di un legame tra impianto epistemologico-me-
todologico e concetti teologici in apparenza preclusi alla verifica razio
nale può destare qualche sorpresa, retaggio della critica posthegeliana
che ha limitato l’importanza filosofica di Vico al suo contributo alle scien
ze dello spirito e relegato la Provvidenza vichiana tra le aporie della di
cotomia immanenza-trascendenza.
Ma se rinunciamo all’abitudine di pensare la storia della filosofia mo
derna come un progressivo, ma inesorabile, allontanamento dai percor
si della teologia e della metafisica, in un mondo in cui non Dio bensì l’uo
mo sia l’autentica misura di tutte le cose, vedremo scaturire gli interessi
teologico-metafisici degli artefici del pensiero moderno, e tra loro Vico,
dalla tensione non sempre risolta tra teologia e filosofia vissuta nel diffi
cile equilibrio di fede e ragione.
In questa chiave di lettura anche il «disputar
de deo»
in età moderna
assume i contorni della ricerca razionale condivisa da Vico laddove ri
vendica alla sua «teologia civile» l’attributo di «ragionata». Nell’ultimo
capoverso del
Videa
troviamo sintetizzato il modello teorico degli ambi
ti della conoscenza umana:
E alla fin fine, per restringere l’idea dell’opera in una somma brievissi-
ma, tutta la figura rappresenta gli tre mondi secondo l’ordine col quale le
menti umane della gentilità da terra si sono al cielo levate. Tutti i geroglifici
che si vedono in terra dinotano il mondo delle nazioni, al quale prima di
tutt’altra cosa si applicarono gli uomini. Il globo ch’è in mezzo rappresenta
il mondo della natura, il quale poi osservano i fisici. I geroglifici che vi sono
al di sopra significano il mondo delle menti e di Dio, il quale finalmente con
templarono i metafisici9.
In poche battute emerge la cornice intellettuale entro cui delimitare
la processualità ideale dell’attività conoscitiva degli uomini; dai livelli mi
nimi che rendono possibile la vita associata fino al maturare della capa
cità autoriflessiva passando attraverso la liberazione dal rapporto passi
vo e magico con la natura. Nel passo sopra citato si avverte anche il di
sappunto per i ritardi della scienza delle «cose umane». Entro lo sche
ma generale, ossessionato come sempre in Vico dall’andamento triadi
co, da un lato trova posto il rapporto scienza-filosofia all’interno di una
9 Capov. 42.