LA STRUTTURA DEL «CERTO»
NELLE OPERE GIURIDICHE VICHIANE
La
Scienza nuova
si presenta in modo esplicito e ripetuto quale ope­
ra insieme di filosofia e filologia, di ragione ed autorità, di vero e certo.
E tale impostazione non sfuggì ad alcuni dei primi autori che ripresero
il pensiero vichiano, come ad esempio Pagano, Cuoco, Jannelli, Roma-
gnosi, Ferrari, Michelet e Werner1. La monografia di Croce2, pur muo­
vendo da questioni gnoseologiche e metodologiche, si soffermava inve­
ce preliminarmente sul
Liber metaphysicus
e su quell’altra diade di
ve­
rum
e
factum
che da allora in poi sarebbe stata riproposta nelle succes­
sive ricostruzioni del pensiero vichiano, persino in contesti apertamen­
te anticrociani, come suo imprescindibile «principio». Il
Liber
in realtà
non era ritenuto degno di particolare attenzione (come tutto quanto non
appariva, nella produzione vichiana, direttamente riportabile alla
Scien­
za nuova),
se non per quella prima, scettica ed imperfetta, enunciazione
del nuovo principio anticartesiano. Il passo successivo non poteva dun­
que essere che l’altro tratto ripetuto fin quasi ad oggi in modo pressoché
immutato dalla storiografia vichiana: da «la prima» a «la seconda forma
della gnoseologia vichiana» (cui sono intitolati rispettivamente i primi
due capitoli della monografia crociana) il
verum-factum
sarebbe rifor­
mulato e trasferito dalla matematica all’intero mondo della storia per fon­
darne la nuova scienza3. Questo non significa che mancassero riferimenti
ad altre categorie, come quelle ricordate in apertura. Già nel primo ca­
pitolo, dedicato al
Liber,
Croce accennava anche ad una conversione di
1 Per un primo orientamento si vedano B. C
roce
-F. N
icouni
,
Bibliografia vichiana,
Na­
poli, 1947; E. G
arin
,
Storia dellafilosofia italiana,
voi. Ili, Torino, 1966. Su Michelet, G. F
as
-
SÒ,
Il Vico nelpensiero del suo primo traduttorefrancese,
in «Memorie della Accademia delle
Scienze dell’istituto di Bologna», classe di Scienze Morali IV (1944-1945), pp. 47-112; Id.,
Unpresunto discepolo del Vico: Giulio Michelet,
in A
a
. Vv.,
Omaggioa Vico
, Napoli, 1968, pp.
483-550.
2 B. CROCE,
Lafilosofia di G. B. Vico,
Roma-Bari, 1911 (che in seguito citeremo nella ri­
stampa del 1980).
3 Nel citare le opere di Vico si farà uso delle sigle:
OG,
per
Operegiuridiche,
Firenze, 1974;
ed
OF,
per
Operefilosofiche,
Firenze, 1971. Alle traduzioni sono state talvolta apportate al­
cune modifiche.
1...,57,58,59,60,61,62,63,64,65,66 68,69,70,71,72,73,74,75,76,77,...241