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ANDREA ATZENI
Per Botturi, la formula «pars veri» nel momento stesso in cui con
ferma una relazione non può dunque che ribadire l ’incolmabilità del di
vario:
Einfatti, se si osservano attentamente i passi del
Diritto universale,
si tro
va che la semantizzazione del «certum» avviene per opposizione al «verum»
preso nella sua accezione metafisica forte. Il vero, di cui il certo è «pars», è
il «verum (...) quod rerum ordini respondet», conoscere il quale significa
«prima rerum vera (...) vi ordinis aeterni intelligere». Si tratta dunque della
conoscenza del vero metafisico, qui formulato secondo la dottrina agosti-
niano-malebranchiana dell’ordine eterno, la cui idea in noi ha Dio stesso co
me origine: «[demostravimus] ideam ordinis aeterni nobis a Deo esse»63.
Ovviamente non ci si offre comunque una ricognizione sistematica
del
Diritto universale,
né per illustrare la «semantizzazione» del
certum
si scrutano anzitutto le
definitiones
o gli altri brani in cui sono introdot
te le prime forme del «certo», e neanche a chiarimento del cap. LXXXII
sono richiamati quelli contigui. Botturi preferisce prima saltare al cap.
CLII: effettivamente termini come «ordine» («De ordinibus» è il titolo
del capitolo) andrebbero chiariti preliminarmente o parallelamente a
quelli di «vero» e «certo», se Vico stesso se ne serve nel definirli. Nel te
sto notevole del cap. CLII, è Vico stesso a ricollegarsi alle
definitiones,
sia richiamandole esplicitamente in nota, sia mostrandone la concreta
applicazione tramite la ricapitolazione di temi già esposti. E, come in
quelle pagine introduttive, non sembra neanche da queste righe che al
verum
ed all’orbo
rerum
spetti necessariamente il rango metafisico, co
munque inteso64. È vero che Vico tratta anche di
natura, ratio, ordo, prin
cipia
e
vera
come realtà eterne e divine, ma da subito si destreggia attra
verso i loro molteplici impieghi logico-metafisici e storico-concreti (per
cui vien fatto di interrogarsi sullo stesso significato di «eternità» e «d i
vinità» in Vico). Il «verum» può allora essere qui lo stesso «ordo natu
ralis» (e «naturalis» anche perché ordine storico e determinato anterio
re a quello «civilis», in quanto costituito dalle sole famiglie); ed il «cer
tum», che nelle
definitiones
era trattato in risposta alla metafisica di Car
tesio (ed alla sua solitaria «sapienza riposta»), è qui l’«ordo civilis» (ben
63
lbid.,
p. 213.
64 II periodo intero dal quale sono tratte le citazioni è il seguente: «Principio enim defi
nivimus verum esse quod rerum ordini respondet, et hinc demonstravimus vel prima rerum
vera, quae ‘scientiarum principia’ dicuntur, nos vi ordinis aeterni intelligere, et ideam ordinis
aeterni nobis a Deo esse: itaque principia scientiarum et rerum a Deo esse confecimus». Ed è
preceduto da quello iniziale: «Sed argumentum, respublicas omnes a Deo esse, illud aliud in-
vicum se offert: quod ordo naturalis sit anima cuiusque reipublicae» (OG, p. 199).