LA STRUTTURA DEL «CERTO» NELLE OPERE GIURIDICHE VICHIANE
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più razionale ed universale) dal quale proviene la «conscientia publice
dubitandi secura»65. Così «verum» e «certum» sono dapprima ben di­
stinti; ma subito dopo, il quarto capoverso ribadisce «certum esse partem
veri», mostrandone concreta esemplificazione: «ordo civilis pars ordinis
naturalis». Da sottolineare come Vico si serva anche dei termini «parti­
ceps» e «participare» cari a Botturi (che tuttavia toglie tutte e tre le cita­
zioni appena viste dal solo primo capoverso), e come effettivamente tali
termini paiano scambiabili, o convertibili, con quel letterale «pars esse»
il cui uso tuttavia ci appare, ancora, oscillante tra valore metafisico (mai
esplicitato tuttavia in termini di imitazione platonica, di analogia, o altro)
e valore storico empirico (come inclusione in un insieme più ampio):
L’ordine civile è parte dell’ordine naturale
Ma, come abbiam detto precedentemente, il certo è una parte del vero e
la ragione civile è scaturita dalla stessa ragione naturale, per motivi attinen­
ti al diritto certo che precedentemente abbiamo anche illustrato; così l’or­
dine civile è per sua natura partecipe dell’ordine naturale, in quanto genera
una pubblica sicurezza, perciò accade che anche stati corrottissimi, sono
conservati da Dio, finché vengono conservati da questo stesso ordine civile.
Ma quest’ordine civile, che è partecipe dell’ordine naturale per propria na­
tura, viene chiamato generalmente «ordine civile»66.
La
ratio civilis
deriva da quella
naturalis
e
Yordo civilis
è
parte di quel­
lo
naturalis
nel duplice senso genetico. Anche l ’«ordo nominum» dap­
prima risolto in mera «imago ordinis» sembra corrispondere ad un «or­
do rerum» e non solo ad un mero «ordo verborum»67. La partecipazio­
ne all’ordine naturale (e dunque forse al vero, eterno e divino, e presu­
mibilmente all’uno, al buono ed al bello) si risolve insomma in una rea­
listica valutazione positivistica debole: come a dire che un ordine qual­
siasi, sia pure il più corrotto,
è
comunque da preferirsi all’incertezza del­
la precarietà. Come Vico chiarisce di seguito, anticipando la celebre al­
ternativa della
Degnità
VI, si tratta di un
ordo naturalis
anche «quando
non in Platonis republica, sed in hac Romuli foece versamur»68. L’ulti­
65
Ibid.,
p. 201.
66 «Ordo civilis pars ordinis naturalis. / Sed, ut supra diximus certum esse partem veri,
et rationem civilem ex ipsa ratione naturali profluere, ob caussas certi iuris quas supra disse­
ruimus quoque; ita ordo civilis ex sui natura ordinis naturalis est particeps, quantum publi­
cam parit securitatem, quo fit ut vel corruptissimae civitates, dum hoc ipso ordine civili ser­
vantur, a Deo servantur. Sed hic ordo civilis, qui suapte natura ex ordine naturali participat,
‘ordo civilis’ communiter appellatur»
(ivi).
67
Ibid.,
pp. 199-201.
68
Ibid.,
p. 201.
1...,73,74,75,76,77,78,79,80,81,82 84,85,86,87,88,89,90,91,92,93,...241