L’AGIRE SEMIOTICO IN VICO E HAMANN »
Nella letteratura specialistica, le concezioni del linguaggio di Giam­
battista Vico e di Johann Georg Hamann sono state spesso accostate. Ciò
non sorprende, se si considera l’affinità che presentano molte delle loro
formulazioni: basti solo pensare al parallelismo fra la tesi vichiana che i
primi uomini furono poeti e quella di Hamann secondo la quale la poe­
sia è la lingua madre del genere umano. Tuttavia, se nell’ambito della fi­
losofia del linguaggio i due autori sono stati ripetutamente accostati, co­
me nel caso di Ernst Cassirer, Fritz Mauthner, Karl-Otto Apel, Bruno
Liebrucks e Gùnter Wohlfahrt, per fare solo alcuni esempi, è mancata
finora un’analisi comparativa estesa e dettagliata delle loro opere.
Il
primo a constatare una certa vicinanza ideale tra Vico e Hamann
fu Goethe. Avendo ricevuto a Napoli da Gaetano Filangieri un esem­
plare della
Scienza nuova
, dopo averlo esaminato commentò che un gior­
no gli scritti di Hamann avrebbero costituito per i tedeschi un riferi­
mento simile a quello che Vico col suo testo offriva agli italiani2. Per
quanto fugace e superficiale, l ’osservazione goetheana è rimasta fino ai
giorni nostri un punto di partenza spesso ripreso nell’accostamento dei
due pensatori.
Se un’influenza diretta di Vico su Hamann non si lascia documentare
biograficamente, non vi sono invece dubbi sul fatto che Hamann
non
les­
1 Si tratta della trascrizione di una breve relazione tenuta durante il colloquio ‘Giambat­
tista Vico et la pensée classique’ che ebbe luogo a Parigi dal 11 al 13 febbraio 1999; per que­
sto motivo il testo non può che accennare il progetto e la cornice del confronto delle idee lin­
guistiche di Vico e Hamann. I risultati dell’indagine approfondita verranno presentati in una
tesi di dottorato che sarà a breve ultimata.
2 «[Filangieri] mi ha fatto conoscere un antico scrittore, della cui sapienza senza fondo
questi moderni giuristi italiani vanno quanto mai lieti e superbi. Il suo nome è Giambattista
Vico e lo antepongono al Montesquieu. Da una scorsa alla sua opera, che mi fu presentata co­
me una reliquia, mi è parso trovarvi presentimenti sibillini del buono e del giusto che un gior­
no regneranno o dovrebbero regnare su questa terra, presentimenti fondati sopra un’austera
meditazione della storia e della vita. È cosa ben degna, che una nazione possegga un tal pa­
triarca
(Àltervater).
Per noi tedeschi, una Bibbia simile sarà un giorno lo Hamann» 0 . W.
G
oethe
,
Viaggio in Italia
, in
Opere
, a cura di L. Mazzucchetti, tr. it. Firenze, 1952, voi. II, pp.
653-654).
1...,77,78,79,80,81,82,83,84,85,86 88,89,90,91,92,93,94,95,96,97,...241