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ALESSIA SCOGNAMIGLIO
mano dalla
scientia iusti
all
'ars aequi
43riserva un ruolo essenziale proprio
al
Xaequitas civilis
, quella «giusta ragione di Stato»44 o pubblica utilità
che, attraverso l ’estensione del concetto di ejtteixeicc, si innesta entro il
terreno dell’equità naturale, che è il bene del singolo45. L’equità civile
tende così a diventare espansione dell’equità naturale e a ispirarsi tanto
all’utilità privata, quanto a quella pubblica. E in tal senso che va allora
valutato l ’elemento storicamente discriminante delle XII Tavole, emble­
ma di una iniziale, severa e giusta legislazione, dopo la quale, resisi indi-
pendenti prima i senatoconsulti, poi gli editti dei pretori, divenne ne­
cessario ricorrere a un nuovo metro di giudizio e cioè al principio della
ragione di Stato che consiste nella considerazione assoluta di quelle stes-
43
De rat.,
p. 172. Vico dedica al più importante degli
adiumenta
della
ratio studiorum,
la
iurisprudentia,
l’ampio cap. XI del
De ratione,
nel quale anticipa temi e analisi destinati a tro­
vare un più compiuto svolgimento oltre che nel
Diritto universale
e nella
Scienza nuova,
an­
che nel
Ragionamento d’intorno alla legge delle XII Tavole venuta dafuori in Roma.
Tale scrit­
to fu elaborato in occasione delle
Correzioni, Miglioramenti eAggiunte
cosiddette ‘terze’, suc­
cessive all’infelice pubblicazione della
Scienza nuova
del 1730 e fu poi espunto dall’edizione
del 1744. Si veda a tale proposito lo studio di
R. R
uggiero
,
«...et leges incidere Ugno». Spun­
ti giurisprudenziali nel
De ratione, in
Momenti vichiani delprimo Settecento,
a cura di G. Piz-
zamiglio e M. Sanna, Napoli, 2001, pp. 75-103, in partic. pp. 88-103.
44 D’ora in avanti Vico non userà più l’aggettivo ‘giusta’ riferendosi alla ragion di Stato,
e questo perché probabilmente egli subisce un graduale allontanamento da una certa tradi­
zione teorica riguardo tale concetto. Sulla corrispondenza tra ‘aequitas civilis’ e ‘ragion di Sta­
to’ cfr. G.
C
rifò
,
Ulpiano e Vico: diritto romano e ragion di Stato,
in
Sodalitas. Scritti in onore
diAntonio Guarino,
10 voli., Napoli, 1984, voi. V, pp. 2061-2085; mentre per una analisi com­
pleta dell’uso vichiano della nozione di ‘ragion di Stato’ cfr. E.
NUZZO,
Vico e la ragion di Sta­
to,
in
Prudenza civile, bene comune, guerra giusta. Percorsi della ragion di Stato tra Seicento e
Settecento,
a cura di G. Borrelli, Napoli, 1999, pp. 313-348.
45 A tale proposito Vico sostiene, infatti, che il potere deve essere esercitato attraverso un
diritto che sappia mediare - ma se necessario anche scegliere - tra particolare e universale, uti­
lità pubblica e interesse privato, equità civile e equità naturale: «Deinde omnia prò regni natu­
ra ad civilem ordinare aequitatem, quae Italis ‘
giusta ragione diStato’
appellatur, et unis rerum-
publicarum prudentibus gnara: quae et ipsa aequitas naturalis, et quidem amplior est, utpote
quam non privata utilitas, sed commune bonum suadeat: sed, quia id nec praesens nec peculia­
re est, vulgus, qui non videt nisi ante pedes posita, et particularium duntaxat intelligens, igno­
rat [...]. Nam quae civibus prosunt, reipublicae nocent, aequitatis naturalis, non civilis consilia
sunt; quae vero et cives, et rempublicam damno afficiunt, non consilia principatus, sed ‘domi­
nationis flagitia’ dicuntur, quibus mali princeps ius fasque proculcant, et prius regnum, tandem
seipsos perdunt»
(De rat.,
pp. 186, 188, ma cfr. anche p. 190). Obbligatorio ci pare pure il ri­
mando alie ultime sei «proposizioni» della «Sezione seconda» della
Scienza nuova
che, a parti­
re dall’edizione del 1730, costituiscono un blocco unitario giocato proprio sull’antinomia tra
«equità civile» e «equità naturale» (G. V
ICO,
La Scienza nuova 1730, a
cura di P. Cristofolini con
la collaborazione di M. Sanna, Napoli, 2004, propp. CIV-CIX, pp. 119-120; Id.,
PrincipidiScien­
zanuovad’intorno alla comunenatura dellenazioni,
1744, in
Opere,
cit., voi. I, propp. CIX-CXIV,
pp. 538-540). Infine sul problema della contrapposizione tra
aequitas civilis
e
aequitas naturalis
nel
De ratione
e nel
De uno
cfr.
FASSÒ,
op. cit.,
pp. 74-75.
1...,94,95,96,97,98,99,100,101,102,103 105,106,107,108,109,110,111,112,113,114,...402