INTERPRETAZIONI STORICISTICHE DELLA
SCIENZA NUOVA
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dunque, si è sostenuto il valore che ha il vichismo di Croce nella forma­
zione dello storicismo assoluto8:
La concezione della storia diventa nel Vico veramente
oggettiva,
affran­
cata dall’arbitrio divino, ma non meno dall’impero delle piccole cause e del­
le spiegazioni aneddotiche; e acquista coscienza del suo fine intrinseco, che
è d’intendere il nesso dei fatti, la logica degli avvenimenti, di essere rifaci­
mento razionale di un fatto razionale9.
Ma, per poter coerentemente inquadrare, sia pur con i suoi limiti e le
sue oscillazioni, la teoria vichiana della storia in un percorso di avvici­
namento all’esito idealistico, Croce deve reinterpretare, con non poche
forzature, l’idea di Provvidenza di Vico. La forza che muove la storia non
avrebbe in Vico - così Croce - alcun carattere né trascendente né mira­
coloso, né è assimilabile al fato o al caso. Quel che, tuttavia, secondo Cro­
ce a Vico non riesce, è chiarire il ruolo dei fini individuali nel loro nesso
con i fini universali, ancora oscillando in una non conciliata contraddi­
zione tra l’aspetto utilitaristico delle azioni umane e la loro dipendenza
da un disegno trascendente. Comunque, sostiene Croce, «concepire i fi­
ni particolari come veicolo degli universali e le illusioni come accompa­
gnanti e cooperanti con l’azione importa concepire dialetticamente il
moto della storia e
superare il problema del male»10.
Quanto, allora, l’i­
dea vichiana di Provvidenza venga da Croce utilizzata per avvalorare il
suo storicismo idealistico, diventa ben chiaro in un passaggio nel quale
- messa esplicitamente tra parentesi l’esposizione del pensiero di Vico -
si spiega l’idea della razionalità della storia:
La storia è fatta dagl’individui; ma l’individualità è la concretezza stessa
dell’universale, e ogni azione individuale, appunto perché individuale, è so­
praindividuale. Non vi è né l’individuo né l’universale come due cose di­
stinte, ma l’unico corso storico, i cui aspetti astratti sono l’individualità pri­
va di universalità e l’universalità priva di individualità. Quest’unico corso
storico è coerente nelle sue molteplici determinazioni [...]. A tale patto so­
lamente è dato intendere la storia, che altrimenti resterebbe inintelligibile
[...]. La storia dunque non è opera né del Fato né del Caso, ma di quella ne­
cessità che non è fatalità e di quella libertà che non è caso. E poiché il con­
cetto religioso che la storia sia opera di Dio ha, sugli altri, il vantaggio e il
merito d’introdurre una causa della storia che non sia né fato né caso, e per­
8Cfr. F.
TESSITORE,
Vico tra due storicismi,
in Id.,
Dimensioni dello storicismo,
cit., p. 27.
9Cfr.
B. CROCE,
Lafilosofia di Giambattista Vico
(1911); cito dall’edizione nazionale del­
le opere, Napoli, 1997, p. 117. Ho riportato in corsivo le parole indicate da Croce in caratte­
re spaziato.
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Ivi.
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