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ROSARIO DIANA
pria umanità37. Un dialogo, certo, come quello che dieci anni più tardi
Vico avrebbe intrecciato con l’antica cultura italica - o quella che a lui
appariva tale - e che lo avrebbe condotto ad indicare nel
verum-factum
il criterio della verità.
Nella piena somiglianza con Dio sta l’essere più vero e più proprio del­
l’uomo. Fondata sulla decisione esplicitamente dichiarata dalla divinità di
creare l’essere umano a sua «immagine»38, tale somiglianza non è una do­
tazione iniziale ma rientra nel patrimonio di possibilità con cui l’uomo si
apre al mondo: è
da realizzare,
non già realizzata
ab initio-,
sicché, se il puro
e semplice possesso di questa possibilità accomuna
a priori
l’uomo all’altro
uomo, la scelta di renderla effettiva, già solo come consapevole elezione che
nega il suo contrario, richiede un’assunzione di responsabilità da parte del
singolo individuo successiva e conseguente al riconoscimento del proprio
essere più autentico. Essere simile a Dio per l’uomo che lo vuole significa
qui
farsi
simile a Dio, iniziare un viaggio esistenziale che culminerà - se non
interverranno cedimenti o diversioni - nel conseguimento della propria au­
tentica essenza. La via da seguire è indicata da Vico con chiarezza: è quella
degli studi, della fatica diuturna, delle veglie spossanti sulle opere degli «au­
tori migliori», del sudore che bagna la pagina sulla quale ci si sofferma in
un estremo sforzo di comprensione; ovvero, fuor di metafora, è l’itinerario
esistenziale che l’uomo vichiano, intenzionato a lasciar brillare la favilla di­
vina che gli abita dentro
in nuce,
deve percorrere per far propria la tradi­
zione storico-culturale, entro il cui alveo soltanto può nascere alla scienza,
e la storia della disciplina che presceglie ed alla quale intende apportare con
ricerca affannosa e quotidiana il proprio personale contributo di ap­
profondimento ed estensione.
Parsi
simili a Dio, rendersi adeguati all’in­
tenzione della divinità che crea l’uomo a sua immagine, è per il giovane Vi­
co un compito che si può assolvere con un’esistenza laboriosa dedita agli
studi ed all’elaborazione di un pensiero che può essere originale solo se si
nutre del continuo confronto critico con la conoscenza tramandata. Ricer­
ca e costruzione della propria essenza coincidono qui con la ricerca e la co­
struzione del sapere, un esercizio di applicazione, costanza e rigore che si
svolge nel tempo e con il succedersi degli anni si viene sempre più confi­
gurando come la storia individuale di chi, selezionando fra le molte possi­
bili quelle direzioni di ricerca a lui più consone, si consacra alla scienza e
37 «Con ansia sublime - scriverà Vico molto più tardi - ascoltate, leggete, meditate; af­
frontate fatiche erculee, e, avendole portate a termine, dimostrate con pieno diritto la vostra
divina discendenza da Dio onnipotente (sublimi spiritu audite, legite, lucubrate; hercules su­
bite aerumnas, quibus exantlatis, ab vero love optimo maximo vestrum divinum genus opti­
mo iure probetis)»
(ibid.,
pp. 166/167).
38 Cfr.
Genesi,
1,26.
1...,114,115,116,117,118,119,120,121,122,123 125,126,127,128,129,130,131,132,133,134,...402