INTERPRETAZIONI STORICISTICHE DELLA
SCIENZA NUOVA
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cultura ottocentesca e novecentesca. Così, l’eredità dello storicismo vi-
chiano - almeno nell’interpretazione di Croce14- si mostra in una linea
di continuità che dalla identità di vero e certo conduce alla tesi dell’i­
dentità di pensiero e essere. La stessa critica al cartesianesimo esempli­
ficata nel punto cruciale della unità di filosofia e filologia anticipa la gran­
de rivoluzione kantiana della sintesi a priori come conciliazione di idea­
le e reale, categorie ed esperienza e precorre i punti fondamentali della
filosofia storica di Hegel. E, ancora, la polemica verso le rigidità delle
scienze esatte e verso ogni visione naturalistica anticipa, secondo Croce,
la critica di Jacobi al determinismo e quella di Hegel all’intelletto astrat­
to. La sua grande intuizione del ruolo della fantasia e la sua teoria della
logica poetica preludono alla fondazione dell’estetica come scienza filo­
sofica e dell’arte come forma distinta dello spirito. Le sue idee sul lin­
guaggio come creazione poetica dello spirito furono riprese e sviluppa­
te da Herder e Humboldt. E Croce continua in questa rassegna, parlan­
do delle anticipazioni vichiane sul significato civile, antropologico e fi­
losofico dell’esperienza religiosa, della scoperta del nesso tra poesia e sto­
ria, della critica all’utilitarismo, della visione storica e sociale del diritto.
Si tratta, scrive Croce, di «quasi tutte le idee capitali della filosofia idea­
listica del secolo decimonono, che si possono considerare ricorsi di dot­
trine vichiane»15. Questo non significa, comunque, che in queste dottri­
ne non vi siano state lacune poi colmate dagli sviluppi successivi del pen­
siero filosofico, specialmente in quell’indirizzo che, avendo elevato «la
mente umana a spirito universale o Idea», superò i residui di dualismo
ancora presenti nella distinzione vichiana tra storia e natura, tra il fare
dell’uomo e il vero assoluto di Dio. Naturalmente il teorico della filoso­
fia come metodologia della storia non poteva non sottolineare come un
segmento rilevante dell’eredità storicistica vichiana fosse da individuare
nei progressi della critica storica che, proprio da Vico, ricevettero im­
pulsi e intuizioni fondamentali: la filologia come indagine documenta­
ria, il linguaggio come strumento di ricerca dei concetti e dei costumi
primitivi, l’interpretazione socio-antropologica dei miti, lo studio delle
civiltà primitive nella loro autonoma disposizione psicologica e nel loro
autonomo costituirsi politico e giuridico, il conflitto sociale e le lotte tra
le classi come criterio interpretativo della storia, e poi i progressi nella
critica omerica, nella critica dantesca, nello studio del diritto romano.
Insomma Croce qui enumera quei tratti della fortuna di Vico poi rias­
sunti in quella formula - «egli fu né più né meno che il
secolo decimo-
14 Cfr.
ibid.,
pp. 223 sgg.
15
Ibid.,
p. 226.
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