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GIUSEPPE CACCIATORE
nono in germe»lb -
che tanto doveva pesare e ancora pesa sulla storia e
sul conflitto delle interpretazioni vichiane, certamente nei suoi aspetti
positivi (che riguardano l’appartenenza, a tutti gli effetti, di Vico ai mo
menti decisivi e fondativi del pensiero moderno), ma anche e forse di più
in quelli negativi (che hanno a lungo impedito il pieno esplicarsi di una
comprensione filologicamente corretta e storicamente contestualizzata
dell’opera vichiana). L’unità di misura utilizzata da Croce resta in defi
nitiva il tasso di approssimazione ai futuri percorsi dell’idealismo, come
mostra il parallelo istituito, alla fine del libro, tra Leibniz e Vico.
Rispetto all’idealismo posteriore, la filosofia leibniziana sta come l’e
spressione più perfetta della vecchia metafisica, che doveva essere superata;
quella di Vico, come l’abbozzo della nuova metafisica, che doveva essere
svolto e determinato. L’uno si rivolse al suo secolo, che gli si affollò intorno
e ne propagò rapidamente e sonoramente la voce; l’altro, a un secolo avve
nire, ed ebbe intorno a sé il deserto e il silenzio. Ma la folla o il deserto non
aggiungono o tolgono nulla al carattere intrinseco di un pensiero17.
4.
Vico nello storicismo critico-problematico.
Una maggiore consapevo
lezza critica sulla reale portata della filosofia vichiana nel contesto del di
battito sulla storia e sulla coscienza storica, considerate come uno degli
aspetti decisivi della modernità accanto a quelli della scienza e della teoria
della conoscenza, si ha a partire dalle analisi dedicate a Vico dai maggiori
esponenti del
Historismus
(da Dilthey a Meinecke e Troeltsch). In questi
autori Vico è considerato un punto di passaggio importante nella fonda
zione dell’ermeneutica e del progetto moderno di costituzione delle
Gei-
steswissenschaften.
Dilthey poteva definire
epochemachende
la
Scienza nuo
va,
nella misura in cui essa mostrava la capacità di comprendere la psico
logia e la cultura dell’uomo eroico-primitivo e i suoi modi espressivi poeti
ci e metaforici. Troeltsch poi ricordava - non a caso all’inizio del suo gran
de libro sul
Historismus
- il ruolo assunto dall’opera del filosofo napoleta
no nel processo di fondazione della teoria moderna della conoscenza sto
rica, cioè di una teoria dello spirito storico che si auto-comprende e si au-
to-produce. Meinecke, infine, non esita a porre Vico accanto a Kant nel
processo di individuazione delle linee essenziali dell’antropologia moder
na, proprio sulla base della teoria della convertibilità tra il conoscere e il fa
re, ma anche sulla base dell’apporto fondamentale offerto dal filosofo na
poletano alla determinazione del ruolo dell’individualità nella storia e alla
scoperta della funzione creatrice e produttrice della fantasia.
16
Ibid.,
p. 229.
17
Ivi.