148
ROSARIO DIANA
comacheam
e che fu poi codificato da Dante nel
Convivio,
dove si legge che:
«parlare alcuno di se medesimo pare non licito», poiché «parlare d’alcuno
non si può che il parlatore non lodi o non biasimi quelli di cui elli parla»; a
meno che non si verifichi il caso pernicioso in cui «sanza ragionare di sé
grande infamia e pericolo non si può cessare» - è il caso di Boezio - , o la
singolare circostanza per cui dal «ragionare di sé, grandissima utilitade ne
segue altrui per via di dottrina» - e si fa il nome di Agostino, un altro gran
de narratore di sé111 nonché ispiratore autorevole della scrittura autobio
grafica vichiana112. In realtà Vico accettò l’incarico «di buon grado», senza
i ventilati tentennamenti, ed inviò un primo lavoro autobiografico già nel
l’anno 1723113, il che sembrerebbe non potersi considerare altrimenti che
110 II magnanimo, aiferma in quest’opera Aristotele, non «parla di sé [...], non importan
dogli [...] di esser lodato» (1125a, si cita da
A
ristotele
,
Opere,
11 voli., Bari 1973, voi. VII -
Bari, 19792).
111 Cfr. D.
ALIGHIERI,
Convivio,
1 ,2, in Id.,
Tutte le opere,
a cura di L. Blasucci, Firenze,
19652, pp. 112-113. Forse proprio una ritrosia venata di sfumature religiose indusse Ludovi
co Antonio Muratori a chiedere che la sua autobiografia, scritta, come quella di Vico, su in
vito di Porcìa, non fosse pubblicata (cfr. M.
GuGLIELMINETTl,
Biografia ed autobiografia,
in
Letteratura italiana,
dir. da A. Asor Rosa, V:
Le Questioni,
Torino, 1986, p. 872 n.).
112 Sulle relazioni ideali intercorrenti fra Agostino e Vico cfr. M.
D
el
S
erra
F
abbri
,
Ere
dità e kenosi tematica della 'confessio' cristiana negli scritti autobiografici di Vico,
in «Sapien
za» XXXIII (1980) 2, pp. 186-199. Per ulteriori indicazioni bibliografiche relative agli studi
sull’autobiografia vichiana sia consentito rinviare al lavoro da me curato:
Scritture della vita
fra biografia ed autobiografia. Un 'excursus' bibliografico,
Napoli, 2003 (sub voce ‘Vico’).
113 È quanto osserva Andrea Battistini (cfr. G.
Vico,
Opere,
cit., voi. II, p. 1305). Funestata
da molteplici refusi (cfr.
Vita,
cit., p. 73; la più raffinata e scaltrita filologia vichiana contempora
nea ha mostrato quanto l’autore della
Scienza nuova
fosse attento alle fasi tipografiche di lavora
zione delle proprie opere, cfr. M.
SANNA,
Nota al testo,
in G.
Vico,
Principj d’una scienza nuova
d’intorno alla comune natura delle nazioni,
ed. anast. della
Scienza nuova seconda,
Napoli, 1730,
con postille autografe - ms. XIIIH 59 -, a cura di F. Lomonaco e F. Tessitore, Napoli, 2002, p.
17), la
Vita
di Vico veniva pubblicata, di seguito al
Progetto ai Letterati d’Italia per scrivere le lo
ro Vite delSignor Conte Giovanartico di Porcìa
(pp. 129-143), nella
Raccolta d’opuscoli scientifici,
efilologici,
a cura di A. Calogerà, Venezia, I (1728), pp. 147-256. La
Vita
vichiana - come lo scrit
to di Porcìa - risale, per la parte compresa fra l’inizio e il punto in cui termina la lunga citazione
da Le Clerc: «‘e la di lui opera come un originale pieno d’importanti discoverte’»
(Vita,
p. 53), al
1723, secondo la datazione di Andrea Battistini (G.
Vico,
Opere,
cit., voi. II, pp. 1231-1232), poi
recepita anche nell’ultima raccolta, in ordine di tempo, delle opere del filosofo napoletano
(Giam
battista Vico,
a cura di F. Tessitore e M. Sanna, Roma, 2000, p. 177). Quella di Battistini - che si
fonda su di una lettera del 5 gennaio 1724 in cui Porcìa comunicava ad Antonio Vallisnieri di aver
già «mandata al P. Lodoli la vita del Vico» insieme al suo «progetto, per unitamente farli stam
pare» (cit. in G.
VICO,
Opere,
cit., voi. II, p. 1232) - corregge la datazione di Croce e Nicolini,
che per la prima parte dell’autobiografia vichiana indicava l’anno 1725 (G.
VICO,
LAutobiogra
fìa, il carteggio e le poesie varie,
a cura di B. Croce e F. Nicolini, Bari, 19292, p. 375). La parte fi
nale, che comincia con le parole: «Ma non d’altronde si può intendere»
(Vita,
p. 53 e fino a p.
60),
è
del 1728 (il manoscritto fu spedito a Porcìa il 10 marzo 1728, cfr. G.
Vico,
LAutobiogra
fia, il carteggio e lepoesie varie,
cit., p. 375). La successiva
Aggiunta,
che
è
del 1731 (G.
Vico,
Ag-