RAGIONE NARRATIVA ED ELABORAZIONE DIALOGICA DEL SAPERE
151
frissero ai ‘giovani’ un insieme variegato di ‘esempi’ da seguire nei loro
studi; sicché proprio questa funzione di ‘ammaestramento’ richiamava gli
studiosi cooptati nel progetto al dovere di narrare con rigore e sincerità
la propria biografia culturale, depurata quindi dei dettagli non pertinen
ti di vita vissuta, facendo così indossare loro nel contempo i panni degli
storici, più precisamente degli storici di se stessi, e quelli dei maestri.
Non mancavano, inoltre, all’estensore del
Progetto
- pubblicato,
caso singolare, nello stesso anno della
Cyclopaedia
di Chambers, in i
ziale punto di riferimento, com’è noto, per quella colossale iniziativa
cultural-editoriale che fu
YEncyclopédie
di Diderot e d’Alembert -
ambizioni sistematiche ed enciclopediche maturate peraltro in quei
primi decenni del Settecento in cui all’idea «de ll’aurea catena delle
scienze», che nel secolo precedente aveva ispirato diversi programmi
di sistemazione e connessione dei saperi, si veniva sempre più sosti
tuendo la struttura del «dizionario», destinata a consolidarsi progres
sivamente e a diventare la forma per eccellenza del rinnovato enciclo
pedismo settecentesco120. Muovendosi in quest’ampio scenario,
Porcìa era indotto a vagheggiare nell’opera ultimata «un trattato uni
versale pratico tutto in volume racchiuso di quanto saper si dee in ogni
genere di letteratura, e [ ...] un vasto campo di critica per esercitarvi
gli ingegni»121; una sorta di enciclopedia pedagogica, un manuale per
la formazione del letterato, in cui ogni giovane talento, attraverso l ’e
sempio autorevole di altrui vite eccellenti spese nella prassi della ri
cerca, avrebbe potuto rinvenire modelli di iter formativi in base ai qua
li costruire quello più adatto a sé. E tutto ciò, qui sta l ’elemento di for
te novità e di interesse122, non nella struttura classica di un trattato il
cui contenuto concettuale si imponesse o si lasciasse confutare con la
forza delle argomentazioni razionali, ma nella forma persuasiva di una
narrazione - non per questo meno organica o efficace, almeno nelle
intenzioni e nei presupposti - in cui centrale doveva diventare il rap
porto fra due o più individualità reali, storicamente collocate: 1’/gli in
tellettuale/i autobiografo/i, che racconta/no la propria storia, da un
120 Cfr. C.
VASOLI,
L’enciclopedismo del Seicento,
cit., p. 91. Sull’enciclopedismo seicen
tesco, nella sua specificità rispetto a quello immediatamente successivo, si può anche consul
tare P.
ROSSI,
Enciclopedismo e pansofia,
in Id.,
Clavis universalis. A rti della memoria e logica
combinatoria da Lullo a Leibniz,
Bologna, 19832, pp. 199-219.
121
Progetto,
p. 164.
122 Che la sua impresa fosse «affatto nuova» e da considerarsi un’«invenzione di non po
co merito», era fermamente convinto, fin dal 1722, lo stesso Porcìa, come dimostra una let
tera a Vallisnieri del 26 marzo di quell’anno (cit. in C.
D
e
MlCHELIS,
Lautobiografia intellet
tuale e il ‘Progetto’ di Giovanartico di Porcìa,
in
Vico e Venezia,
cit., p. 98).