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ROSARIO DIANA
lo Stato, costituiscono certo
più oggetto di ammirazione che esempio da se
guire
» 129. Se trasponiamo nella repubblica delle lettere ciò che qui si di
ce a proposito del mondo militare, il risultato è che l’intellettuale ben de
finito e configurato, esaminato e conosciuto attraverso le opere rigorose
che via via ha composto, può al massimo generare «ammirazione»; al con
trario, solo lo studioso che nell’autobiografia si mostra diacronicamente,
dapprima nel corso incerto di una formazione che non esclude transito
ri brancolamenti, poi nel suo costante e progressivo costruirsi e fortifi
carsi dottrinale, può essere d’«incitamento» ed indurre il giovane aspi
rante letterato a considerarlo un «esempio da seguire». Nelle intenzioni
di Porcìa e di Vico, dunque, le diverse autobiografie scientifiche (il plu
rale è qui d’obbligo) raccolte in volume dovevano presentare un ampio
ventaglio non prescrittivo di possibilità e metodi di ricerca, entro cui e
con l’aiuto del quale l ’apprendista studioso doveva liberamente delinea
re il proprio individuale itinerario che si sarebbe a poco a poco sostan-
129
G .
Vico,
De rebus gestisAntonj Caraphei, Libri Quatuor
/
Le gesta diAntonio Carafa,
Libriquattro
(1716), a cura di
M .
Sanna, Napoli, 1997, p. 309 - corsivi miei («Si qua historiae
pars magnam prae ceteris affert legendi utilitatem, ea procul dubio est, quae clarorum homi
num vitas posteritati consignat. Ea namque eximios virtute viros, labore et industria
a prima
usque vitae institutione ad summa evectos describit, minoribus in aemulandi incitamentum et
viam\
cum contra
in rerum publice scriptarum memoriis summi ducesjam consummatae virtu
tis, amplissimaeque auctoritatis exhibeantur,
qui sane juventuti, cujus erudiendae precipua
Reip. cura,
magisadmirationisuntquam documento», ibid.
, p. 31 ). Per una prima indagine sul
la biografia vichiana di Carafa cfr.
V. Cuoco,
La filosofia di Giambattista Vico. Due abbozzi
d’una lettera a GiuseppeDegérando
(1804), in
I
d
.,
Scritti vari,
2 voli., a cura di N. Cortese e F.
Nicolini, Bari, 1924, voi.
II,
p. 305 (il giudizio di Cuoco sull’opera vichiana è, tranne che per
l’eleganza del latino, tutt’altro che positivo; sulla lettura cuochiana di Vico cfr.
M . MARTIRA
NO,
Vico nella cultura lombarda primo-ottocentesca: da Cuoco a Romagnosi,
in
I
d
.,
Giuseppe
Ferrari editore e interprete di Vico,
Napoli, 2001, pp. 7-33); B.
CROCE,
Giambattista Vico scrit
tore di storie dei suoi tempi
[1927], in
I
d
.,
Uomini e cose della vecchia Italia,
Bari, 19432, pp.
250-267; F.
NlCOLINI,
Vico storico,
a cura di F. Tessitore, Napoli, 1967, pp. 3-336; E.
KOLTAY-
K a s tn e r ,
La ‘Vita di Carafa’ di Giambattista Vico,
in «Forum italicum»
II
(1968) 4, pp. 359-
369;
S. CARAMELLA,
Rileggendo ‘Le gesta di Antonio Carafa’,
in «Nuovi quaderni del meri
dione» VI (1968) 21-22, pp. 296-301;
G . GlARRIZZO,
Vico la politica e la storia,
Napoli, 1981,
pp. 90-99; E. Nuzzo,
Vico e il 'mito veneziano’,
in
Vico e Venezia
, cit., pp. 206 sgg.;
S.
Roic,
Giambattista Vico, Antonio Carafa eJelena Zrinska. Un episodio di storiografia e di letteratura
europea,
in questo «Bollettino» XXII-XXIII (1992-1993), pp. 387-400; M.
MONTANARI,
La
definizione delmoderno e ilproblema della pace nel 'De rebus gestisAntonj Caraphei’ di Giam
battista Vico,
in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia» dell’Università degli Studi di Ba
ri, XXXV-XXXVI (1992-1993), pp. 549-580; M.
S a n n a ,
Materiali e metodo perle 'Gesta' del
Carafa,
in
Ledizione critica di Vico: bilancieprospettive,
a cura di
G .
Cacciatore e A. Stile, Na
poli, 1997, pp. 89-97;
G . MAZZOTTA,
La mappa del mondo. Lafilosofia poetica di Giambatti
sta Vico,
Torino, 1999, pp. 66-85; A.
B a ttis tin i,
Il granito e l’arcobaleno. La biografia vichia
na diAntonio Carafa tra verità storica e ragioniepidittiche,
in
Pensarpara el nuevo siglo. Giam
battista Vico y la cultura europea,
3 voli., a cura di E. Hidalgo-Sema, M. Marassi, J. M. Sevil-
la e J. Villalobos, Napoli, 2001, voi. I,
Lenguaje, retòrica y poèticafilosòfica,
pp. 57-86.