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ROSARIO DIANA
PROGETTO AI LETTERATI D’ITALIA PER SCRIVERE LE LORO
VITE, DEL SIGNOR CONTE GIOVANARTICO DI PORCÌA"'
A i Generosi, e Gentili Letterati d’Italia.
Non v’ha dubbio, che nel Secolo prossimo passato, e nel presente le
Lettere non abbiano ritrovati de’ soccorsi ad esse apprestati, i quali non
mai caddero in mente agli Uomini de’ tempi più remoti. I Giornali, le
Storie delle Accademie, che registrano le novelle Scoperte nelle scienze,
e nell’Arti, i Vocabolarii istorici, e critici, le Tavole Cronologiche, Geo
grafiche, Genealogiche, e i più squisiti insegnamenti della Critica per
isceverare il vero dal falso, distinguendo dalle apocrife, le autografe e le
gittime Scritture, e gli Autori dando ciò, che veramente
è
suo col con
fronto dei caratteri, degli stili, e de’ tempi son cose tutte, che maravi
gliosamente hanno spinte a quell’altezza di grado, ove son giunte le Let
tere, e ne hanno agevolata la conquista a chi d’appararle ha vaghezza.
Sembra non pertanto, che oggimai appresso a questi memorabili ajuti ac
comodati alle Scienze, e alle bell’Arti, sia, direm così, esaurita, e consunta
la materia in simil affare, e che niente di nuovo aggiugnervi si possa per
chi pur qualche cosa d ’aggiugnervi si pensasse. Ma però la Bisogna così
non và, e di confessar fa mestieri, che come in tutte l’altre cose nostre,
così nelle Lettere a chi attentamente vi bada, sempre mancarvi qualche
cosa si scorge, e niente salir tant’alto, che di salir ancora qualche sca
glione non vi resti. L’ottimo, e ’l perfetto non v’ha qui tra noi, e ’l più o
’l meno accostarvici ne dà pregio, ma il coglierlo bello intero opra non
è
della presente nostra attività, né delle forze di questa nostra fral vita. Ora
siccome di tutte le cose nostre, egli si suol dire anche de’ nostri Studj, a’
quali novelli soccorsi, e alleviamenti novelli per vie più agevolarli da noi
rinvenir si ponno quantanque volte seriamente vi s’intenda, e ’l guardo
dell’intelletto vi si aguzzi.
Prova di ciò sia quanto a noi, e son già alcuni anni trascorsi,
è
in men
te caduto sù tale proposito, e che prima comunicato a Letterati di primo
seggio Amici nostri, e da essi non solo compatito, ma se il pubblicarlo
è
a noi dicevole cosa, anche lodato, ora siamo per esporre alle riflessioni,
* Il testo è stato emendato da alcuni refusi presenti nell’originale a stampa. Per non ren
dere più gravosa la lettura, in pochissimi e non significativi casi (‘perché’, ‘purché’, ‘imper-
cioché’ e ‘finché’ scritti senza accento acuto finale; ‘o’ congiunzione spesso con l’accento gra
ve) la grafia è stata uniformata all’uso attuale.