RAGIONE NARRATIVA ED ELABORAZIONE DIALOGICA DEL SAPERE
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scritti. Egli fin l’anno 1720, in Padova ci confortò all’impresa, e ci pro
mise oltre la Storia di se stesso, e de’ studj suoi, quella d ’altri Dotti Ami
ci. Ma rapitoci poi dalla morte credendo d’aver perduto in lui il maggior
ornamento, ed il più forte sostegno di quest’Opera, l ’avevamo già tra le
cose dimenticate abbandonata. Ma pure ci ha rincorati la costanza degli
altri, come che alcuno d’essi nello stesso tempo, che approvava l ’idea no
stra, sotto gli occhi ci mettesse in pericolo di disgustar molti degli am
messi, e degli non ammessi in questa Raccolta. Degli ammessi può esse
re, che qualcheduno non resti contento del supplemento accennato, e
degli non ammessi per non essere appunto ammessi. Ma ai primi noi pro
mettiamo moderazione, anzi a suo tempo li pregheremo, ad essere criti
ci, e correttori di se stessi, se pure avranno sbagliato; e i secondi incol
pare dovranno se stessi, e la loro poca premura nel favorirci, e il non es
sersi fatti palesi al Pubblico coll’edizione delle loro più riguardevoli pro
duzioni di spirito. Impercioché chi non avrà divulgati che Sonetti, o al
tre simili minute Poesie, o libri legali, o trattati di morale Theologia, o
altre cose di tal farina non avranno luogo tra nostri Letterati.
In fine noi preghiamo coloro, che non vogliono degnare la nostra Rac
colta d’onoraria del loro nome, che almeno la compatiscano, e tacciano,
se d’essa non ponno dir bene. Dir bene anche noi non possiamo d’un
Vecchio, e per altro a ragione celebratissimo Letterato nostro, il quale
non ch’altro, non ha ne men degnate di risposta replicate lettere nostre
scrittegli sul soggetto delle nostre
Notizie,
e sicuramente a lui ricapitate,
e pure noi di tacere ci contentiamo, e perdoniamo al suo nome il giusto
risentimento di farlo palese al Pubblico, in tal frangente seguendo i det
tami di quella piacevolezza instillataci dalla nostra nascita, e coltivata dal
nostro costume.