LA «SUA TALE E NON ALTRA RIUSCITA DI LITTERATO»
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virtù di estensione, ossia il punto metafisico ragionato per somiglianza con
l ’inestensione del punto geometrico: «siccome l’uno, virtù del numero, ge­
nera il numero e non è numero; così il punto, virtù dell’estensione, fa il di­
steso, né è disteso. Al qual esempio or io aggiungo che ’l conato [proprietà
del punto e da esso inscindibile], virtù del moto, produce il moto, né però
è moto»5; nel granello di arena, prosegue quindi Vico,
vi ha una cotal cosa, che, dividendo voi tuttavia quel picciolo corpicello,
vi dà e vi sostiene una infinita estensione e grandezza; sì che la mole dell’u­
niverso nel corpo del granello di arena non vi è in atto, ma in potenza, in
virtù. - Questo io medito esser lo
sforzo
dell’universo: che sostiene ogni pic-
5
Ibid.,
p. 768. Questo, senza alcuna pretesa di esaurire la questione, un chiaro riassunto del­
la metafisica del
Deantiquissima
nelle parole di Vico stesso: «Nella natura, ci sono le cose estese:
prima della natura c’è Dio, un’entità che non sopporta estensione; quindi tra Dio e le cose este­
se c’è un’entità intermedia, certamente inestesa, ma capace di estensione, cioè i punti metafìsici.
Né si possono trovare altrove cose che si corrispondono tra loro con tanta simmetria [...]: da un
lato la quiete, il conato, il movimento; dall’altro Dio, la materia, e il corpo esteso. Dio, motore di
tutte le cose, è in sé immobile; la materia è in conato, i corpi estesi si muovono; e come il movi­
mento è un modo del corpo e la quiete un attributo di Dio, così il conato è una proprietà del pun­
to metafisico. E come il punto metafisico è la virtù indefinita dell’estensione, la quale sussiste
uguale sotto le cose estese disuguali, così il conato è la virtù indefinita di muovere, per la quale si
sviluppano dall’ugualemovimenti disuguali»
(G. Vico,
DeantiquissimaItalorumsapientia,
inlD.,
La
Scienza nuova
e altri scritti,
cit. - d’ora in poi
De ant. -,
p. 216; citerò sempre da questa tra­
duzione; per il testo latino ho utilizzato:
G. Vico,
Operefilosofiche,
a cura di P. Cristofolini, Fi­
renze, 1971). Sullo ‘zenonismo’ vichiano implicato da tali questioni rimando naturalmente agli
studi raccolti da Paolo
Rossi
in
Le sterminate antichità e nuovisaggi vichiani,
Firenze, 1999; cfr.
inoltre
R.
MAZZOLA,
Vico e Zenone,
in
Vico tra l’Italia e la Francia,
a cura di M. Sanna e A. Stile,
Napoli, 2000, pp. 311-341; per una storia della ripresa della nozione di conato in epoca moder­
na con particolare riferimento a Vico cfr. M. PAPINI,
Vicendaseicentescadiminimieconati,
in que­
sto «Bollettino» XXII-XXIII (1992-1993), pp. 131-169; I d
La dottrina vichianadelconato come
chiave interpretativa generale della
Scienza nuova:
nuove considerazionie linee interpretative,
in
II
mondodi Vico/Viconelmondo. In ricordodiGiorgio Tagliacozzo,
a cura di F. Ratto, Perugia, 2000,
pp. 193-218. Sulla riconsiderazione del ruolo delle componenti preriflessive del sapere in Vico
restano fondamentali gli studi di E. Grassi ora raccolti in
Vico e l’Umanesimo,
Milano, 1992; cfr.
inoltre: J. Trabant,
La scienza nuova deisegni antichi. La sematologia di Vico,
tr. it., Roma-Bari,
1996 (e in partic. il cap. VII:
Memoria-Fantasia-Ingegno,
pp. 160-186); D. Ph. VERENE,
Vico. La
scienza dellafantasia,
tr. it., Roma, 1984. Intorno al complesso problema del particolare utilizzo
della matematica da parte di Vico per la costruzione del suo sistema metafisico cfr.: V. CONTI,
Le
polemiche matematiche di P.M. Doria (con alcune lettere sconosciute),
in questo «Bollettino» XI
(1981), pp. 185-198; A. CORSANO,
Vico andmathematics,
in
Giambattista Vico. An International
Symposium,
a cura di
G.
Tagliacozzo, Baltimora, 1969, pp. 425-437;
G.
D’ACUNTO,
Topicae geo­
metria nel ‘De ratione’ di Vico,
in
Vico e Gentile,
a cura diJ. Kelemen e J. Pài, Soveria Mannelli,
1995, pp. 93-103; D. Lachterman,
Vico, Doria e la geometria sintetica,
in questo «Bollettino» X
(1980), pp. 10-35; Id.,
Mathematics andNominalism in Vico’s
Liber metaphysicus, in
Sachkom-
mentar zu Giambattista Vicos 'Liber Methaphysicus’,
a cura di S. Otto e H. Viechtbauer, Miin-
chen, 1985, pp. 47-85; M. Torrini,
Ilproblema del rapporto scienza-filosofia nelpensiero di Vico,
in «Physis» XX (1978), pp. 103-121.
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