LA «SUA TALE E NON ALTRA RIUSCITA DI LITTERATO»
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spedita e pronta abilità di fare. Dunque la facilità è quella per la quale la
virtù è portata all’atto». La facoltà, in tale contesto, risponde pienamen­
te al carattere
operativo
della conoscenza imposto dal principio del
ve­
rum-factum
: «Perciò», prosegue Vico subito appresso,
parlano abbastanza propriamente le Scuole quando chiamano ‘facoltà
dell’anima’ il senso, la fantasia, la memoria, l’intelletto; ma guastano questa
proprietà quando credono che i colori, i sapori, i suoni, e le qualità tattili esi­
stano nelle cose. Giacché, se i sensi sono facoltà,
siamo noi afare
con la vi­
sta i colori delle cose, col gusto i sapori, con l’udito i suoni e col tatto il fred­
do e il caldo15.
La facoltà è conoscenza in quanto capacità di fare: essa non è rece­
zione passiva del proprio oggetto, ma assimilazione e rielaborazione del
mondo esteriore nel mondo interiore. Se facoltà certa del conoscere è
l’ingegno, il quale non solo vede «la simmetria (
commensus
) delle co­
se»16, ma si pone anche come il «ritrovatore di cose nuove»17, nel corso
della sua analisi Vico opera una progressiva ‘riduzione interna’ fra le
quattro virtù della prima operazione della mente (senso, memoria, fan­
tasia ed ingegno) che, pur mantenendo la specificità propria di ciascuna
di esse18, permette anche di caratterizzare il concetto di reminiscenza se­
condo una nuova e più originale accezione.
«Memoria»,
afferma Vico nel
cap. VII, § 3 del
De antiquissima,
era detta dai latini la facoltà che conserva nel suo deposito le cose per­
cepite dai sensi, facoltà che era detta
reminiscentia
quando le richiama. Ma
la parola significava anche la facoltà con la quale formiamo le immagini, det­
ta dai greci
phantasia
e da noi ‘immaginativa’; giacché ciò che noi comune­
mente chiamiamo ‘immaginare’ i latini chiamavano
memorare.
Forse perché
non possiamo immaginare se non ciò che ricordiamo e non ricordiamo se
non ciò che possiamo percepire coi sensi
(An quiafingere nohis non possu­
mus nisiquaememinimus, necmeminibus nisiquaeper sensusperciapiamus)
?
t... 1Né i poeti hanno escogitato [mai] una forma di virtù diversa da quella
che c’è nella realtà umana; ma, sceltane una, la esaltano al di là del credibi-
15 Ibid.., p. 232, corsivo mio. Nella Prima risposta, così è riassunto questo passaggio: «es­
sendo la facultà una prontezza di operare, ne raccolgo che l’animo con ciascuna facultà si fac­
cia il suo proprio soggetto: come i colori col vedere, gli odori col fiutare, i suoni con l’udire,
e così delle altre» (Risp. I, p. 765).
16 De ant., p. 235.
17 G. Vico, Risposta di Giambattista Vico all’articolo X ..., in Id., La Scienza nuova e altri
scritti, cit. (d’ora in poi Risp. II), p. 786.
18 Sul rapporto di equilibrio nella differenza instaurato da Vico fra le diverse facoltà cfr.
M.
S
anna
,
La «fantasia, che è l’occhio dell’ingegno». La questione della verità e della sua rap­
presentazione in Vico, Napoli, 2001.
1...,165,166,167,168,169,170,171,172,173,174 176,177,178,179,180,181,182,183,184,185,...402