LA «SUA TALE E NON ALTRA RIUSCITA DI LITTERATO»
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Ugualmente, nella
Scienza nuova
del 1744 (quando ormai la sapienza
poetica, sorretta dalla conoscenza ingegnosa, sarà divenuta la ‘chiave
maestra’ dello storicismo maturo21), Vico ricalca quanto affermato negli
scritti del 1710/1712: «E a’ tempi barbari ritornati», è affermato nel ca
poverso 699,
fu detta ‘fantasia’ per ‘ingegno’, e, ’n vece di dir ‘uomo d’ingegno’, dice-
van ‘uomo fantastico’ [...]. Ma la fantasia altro non è che risalto di remini
scenze, e l’ingegno altro non è che lavoro d’intorno a cose che si ricordano
[...]. E, come naturalmente prima è ’l ritruovare, poi il giudicar delle cose,
così conveniva alla fanciullezza del mondo di esercitarsi d’intorno alla pri
ma operazion della mente umana [...]. Quindi a ragione i poeti teologi dis
sero la Memoria esser ‘madre delle muse’, le quali sopra si sono truovate es
sere Farti dell’umanità22.
Alla base della facoltà ingegnosa è perciò indicata da Vico la nozione
di reminiscenza che, allargando progressivamente i confini del proprio
esercizio, contiene in sé le diverse sembianze di ricordo propriamente
detto, di modificazione fantastica dei vissuti conoscitivi e di creazione
ingegnosa di nuove analogie:
Onde la memoria è la stessa che la fantasia, la quale perciò
‘memoria
dice
si da’ latini (come appo Terenzio truovasi
‘memorabile’
in significato di ‘cosa
da potersi immaginare’, e volgarmente
'comminisci
per ‘fingere’, ch’è propio
della fantasia, ond’è
‘commentum’,
ch’è un ritruovato finto); e ‘fantasia’ altresì
prendesi per l’ingegno (come ne’ tempi barbari ritornati si disse ‘uomo fanta
stico’ per significar ‘uomo d’ingegno’ [...]). E prende tali tre differenze: ch’è
memoria, mentre rimembra le cose; fantasia, mentre l’altera e contrafà; inge
gno, mentre le contorna e pone in acconcezza ed assettamento. Per le quali ca
gioni i poeti teologi chiamarono la Memoria ‘madre delle muse’23.
Ingegno e memoria rappresentano dunque due differenti aspetti della
medesima attitudine, insieme sono legati con l’immaginazione e, tramite
questa, vengono infine riportati alla capacità sensitiva («non possiamo im-
21 «Principio di tal’origini e di lingue e di lettere si truova essere stato ch’i primi popoli
della gentilità, per una dimostrata necessità di natura, furon poeti, i quali parlarono per ca
ratteri poetici; la qual discoverta, ch’è la chiave maestra di questa Scienza, ci ha costo la ri
cerca ostinata di quasi tutta la nostra vita letteraria»
(Id.,
Principi di Scienza nuova d’intorno
alla comune natura delle nazioni, 1744, in
Id.,
Opere, a cura di A. Battistini, cit., voi.
I,
p. 440,
§ 34; d’ora in poi Sn44). Fra i più recenti studi sulla poesia come sapere in Vico cfr. G. CAC
CIATORE,
Poesia e storia in Vico, in IImondo di Vico/Vico nel mondo, cit., pp. 143-156. A que
sto lavoro rimando anche per una bibliografia aggiornata sull’argomento.
22 Sn44, pp. 766-767, § 699.
23 Ibid, pp. 827-828, § 819.