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GIUSEPPE CACCIATORE
In Hegel non è il logo che è storicizzato, ma la storia che è logicizzata»27.
Se al contrario si guarda ad uno dei temi fondamentali della filosofia vi­
chiana, P
ingenium,
si vedrà, osserva Piovani, come esso valga da solo a
determinare l’effettiva distanza tra le due prospettive, tra una filosofia
del crepuscolo e una filosofia dell’aurora, tra l’uccello di Minerva e l’a­
quila del mattino. Nella dialettica di Hegel,
il momento essenziale è quello del
perficere,
che si addice alla
ratio-,
il mo­
mento vichiano per eccellenza è invece
Xingenium,
in quanto gli si addice
1’
inventio. Hingenium,
infatti, è intimamente legato a quella
phantasia
che,
essendo propria della gioventù, è amica delle origini, nella adolescenza del
mondo, che è la costituzione del mondo. La vera razionalità vichiana della
storia è fantasia, non ragione28.
Sta qui, io credo, il fulcro dell’interpretazione storicistica di Piovani nel­
la sua declinazione critica e non assoluta. La scoperta della dimensione sto­
rica dell’uomo non si limita ad un mero riconoscimento tautologico della
storicità di ogni azione umana, né si accontenta del pur necessario approc­
cio storico-filologico allo studio del mondo civile e culturale. Si tratta, piut­
tosto, della consapevole fondazione filosofica di una scienza e di una co­
noscenza storiche adeguate alla comprensione del molteplice nella sua con­
creta e poliedrica determinazione storica, etica e psicologica. Certo Piova­
ni sa bene che Vico resta legato al tempo suo e alle concrete determinazio­
ni filosofiche e culturali di un’epoca che non ha ancora visto la rivoluzione
gnoseologica ed etica kantiana, che non ha ancora superato i limiti di un
non nascosto finalismo provvidenzialistico, che non poteva ancora cono­
scere gli sviluppi di una filosofia della storicità radicalmente nuova come
quella inaugurata da Humboldt e proseguita da Dilthey e Heidegger.
È lecito, tuttavia, rilevare come, nei suoi insegnamenti fondamentali, Vico
sia coerente con tale corso, si muova nella stessa linea, anche anticipandone i
successivi, essenziali progressi. E si può legittimamente costatare che questo
corso si dirama lungo una direzione critica e problematica che, per molti ver­
si, è opposta a quella neo-metafisica e assoluta di Hegel e dello hegelismo29.
5.
Vico e il neostoricismo contemporaneo.
Mi pare, allora, che sulla li­
nea individuata e tracciata dalle interpretazioni di Piovani e Tessitore30.
27
Ibid
., p. 193.
28
Ibid.,
p. 199.
29
Ibid.,
p. 208.
30 Dopo gli importanti contributi dedicati a Vico tra la fine degli anni ’60 e gli inizi anni
’70, Tessitore è ritornato a riflettere sull’opera del filosofo napoletano con nuove stimolanti
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