LA «SUA TALE E NON ALTRA RIUSCITA DI LITTERATO»
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progressivamente determinato a partire dal travaglio dei primi scritti. Ta
le metodo è concretamente applicato da Vico stesso nel procedere del
l’autobiografia, ove il ‘buon genio’ guida costantemente il protagonista
nelle vicende della sua «tale e non altra riuscita di litterato»38:
Errando egli così fuori del dritto corso di una ben regolata prima giova
nezza, [...] il Vico, nell’occasione di una celebre accademia degl’infuriati,
restituita a capo di moltissimi anni in San Lorenzo, dove valenti letterati uo
mini erano accomunati co’ principali avvocati, senatori e nobili della città,
egli dal suo genio fu scosso a riprendere l’abbandonato cammino, e si rimi
se in istrada39.
Frattanto una sola volta egli si portò nella regia università degli studi, e
dal suo buon genio fu menato entro la scuola di don Felice Aquadies, valo
roso lettor primario di leggi, sul punto che egli dava a’ suoi discepoli tal giu
dizio di Ermanno Vulteio40 [...].
Talché, per tutte queste cose, il Vico benedisse non aver lui avuto mae
stro nelle cui parole avesse egli giurato, e ringraziò quelle selve, fralle quali,
dal suo buon genio guidato, aveva fatto il maggior corso dei suoi studi sen
za niun affetto di setta, e non nella città, nella quale, come moda di vesti, si
cangiava ogni due o tre anni gusto di lettere41.
Con la metafora del ‘buon genio’, Vico esprime ancora una volta i mo
di dell’azione divina nell’uomo. Tale immagine, che ad un primo livello
sembra ripetere il classico schema
letterario
dell’uomo che viene guida
to dalle proprie inclinazioni o dalla provvidenza verso una particolare
forma di realizzazione42, presuppone però anche una particolare teoria
della conoscenza. Vico, riproponendo in altri termini un modulo tradi
zionale della cultura filosofica e letteraria, lo svolge secondo i criteri di
quella metafisica della
mens
e del
conatus
per la prima volta intuiti nel
1699 e successivamente fissati nell’opera del 1710.
G
erì
C
erchiai
38 Vita, voi. I, p. 7.
39 Ivi.
40 Ibid., p. 8.
41 Ibid., p. 25.
42 Andrea Battistini, citando Ludovico Antonio Muratori, nota che il termine genio, «no
zione tipicamente settecentesca, prima degli spostamenti romantici in direzione titanica e pro
meteica, significa ancora ‘una certa naturale inclinazione ed anche impulso, che insensibil
mente porta chi alla Pittura, chi alla Musica, e così ad altre Arti o Meccaniche’» (A.
B a tti-
STINI,
Note, cit., p. 1246, nota 12).