ALLIEVI MERIDIANI DI VICO?*
Il modello interpretativo che vedeva in Giambattista Vico, foss’egli
geniale anticipatore di tempi nuovi o attardato conservatore culturale,
comunque un pensatore isolato e avulso dal mondo napoletano del suo
tempo era stato in certo modo fondato e promosso da Vico stesso, a par
tire almeno da quel notissimo passaggio della
Vita scritta da se medesimo
in cui egli, dopo il periodo trascorso a Vatolla, diceva che «con questa
dottrina e con questa erudizione il Vico si ricevè in Napoli come fore
stiero nella sua patria, e vi ritruovò sul più bello celebrarsi dagli uomini
letterati di conto la fisica di Renato»1. Gli studi condotti nell’ultimo qua
rantennio hanno ampiamente modificato quel paradigma, e sono parti
ti proprio dalla rivalutazione di quei personaggi che Vico stesso addita
nella propria autobiografia: da Paolo Mattia Doria e Gregorio Calopre-
se agli esponenti del mondo giuridico e politico, Carlo Antonio de Ro
sa, Fabrizio del Vecchio, Geronimo Acquaviva. Ed in quest’ambito so
no stati rivalutati i rapporti di Vico con i letterati della generazione a lui
precedente e con le accademie, soprattutto l ’Accademia Investigante,
quella di Medinacoeli e quella rifondata degli Oziosi, nonché le relazio
ni da lui intrattenute nei salotti napoletani2.
Più di recente ha avuto inizio lo studio dell’influenza diretta esercita
ta da Vico sui propri allievi ed in particolare sulla cultura meridionale di
secondo Settecento. Rispetto all’enciclopedismo tendenzialmente omni
* Questo ragguaglio prende avvio da due recenti pubblicazioni:
G . D
egli
A
ngioli
,
Nar
razione dell’autore, a cura di M. Montanile, con una nota di
D.
Della Terza, Padova, 2003 (col
lana «Variatio» diretta da
A .
M. Mutterle e I. Cretti) e
A . A
ndreoni
,
Omero italico. Favole
antiche e identità nazionale tra Vico e Cuoco, Roma, 2003.
1 G.
Vico,
Vita scritta da se medesimo, in Id., Opere, a cura di A. Battistini, Milano, 1990,
voi. I (d’ora in poi Vita), pp. 23-24.
2 Nella assai vasta bibliografia si segnalano N.
BADALONI,
Introduzione a G. B. Vico, Mi
lano, 1961, pp. 147-164 e
I
d
.,
Vico prima della Scienza nuova, in Campanella e Vico, Roma,
1969, pp. 339-355.
Si
veda inoltre
S. SUPPA,
LAccademia diMedinacoeli, Napoli, 1971. Da ul
timo A.
B
orrelli
,
Vico e gli atomisti napoletani,
in
Giambattista Vico nel suo tempo e nel no
stro, a cura di M. Agrimi, Napoli, 1999, pp. 151-165; M.
CONFORTI,
Echi dell’Accademia Me
diaceli nell’epistolario vichiano, in questo «Bollettino» XXX (2000), pp. 93-108; e, sulla ‘pri
ma’ accademia degli Oziosi, G.
DEMIRANDA,
Una quiete operosa. Forme e pratiche dell’Acca
demia napoletana degli Oziosi. 1611-1645, Napoli, 2000.