ALLIEVI MERIDIANI DI VICO?
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to scambio epistolare col padre Bernardo Maria Giacco6, ad una esem
plare epistola, recentemente scoperta da Manuela Sanna, del letterato
foggiano Saverio Celentano, avvocato e bibliofilo, allievo di Vico che nel
maggio 1737 sottoponeva al maestro - reduce dalla prolusione nella
rifondata accademia degli Oziosi - una propria versione italiana dell’o
razione ciceroniana
pro lege Manilia7.
Questa fitta rete di relazioni intellettuali, maturate anche all’ombra
dei tradizionali ambienti accademici - si pensi naturalmente all’Arcadia,
ma anche all’urbinate accademia degli Assorditi, ove Vico venne am
messo su istanza del Muratori, ed insieme con l’enciclopedista barese
Giacinto Gimma - , disegna un quadro assai mosso della cultura meri
dionale preilluministica, nella quale il ruolo di Vico risultò spesso deci
sivo. Anche perché in questa felice età non sembra esistere demarcazio
ne tra studi antiquari e scientifici, tra uomo di lettere e naturalista: Wil
liam Hamilton inviava alla Royal Society relazioni sui vulcani italiani e
sugli scavi archeologici di Ercolano; Lazzaro Spallanzani redigeva
Ri
flessioni intorno alla traduzione dell’Iliade del Salvini
, in un processo di
reimpiego (anche politico) degli strumenti elaborati dalla ricerca anti
quaria seicentesca8.
1.
La recente pubblicazione dell’autobiografia di Gherardo de Ange
lis, francescano minore convenutale e discepolo del Vico, ripropone al
l’attenzione degli studiosi non solo i complessi rapporti intrattenuti dal
filosofo napoletano con i propri discepoli, ma anche l’eterogenea pene-
trazione del pensiero vichiano, anche in ambiti che oggi definiremmo
‘scientifici’, nella cultura italiana (e soprattutto meridionale) del secondo
Settecento. La curatrice segnala
in limine
l’inopportunità di istituire una
correlazione diretta tra la
Vita
vichiana, criticamente complice di un filo
ne autobiografico che nel Settecento matura all’ombra del
Discours
car
6 Per questo ed altri riferimenti all’epistolario vichiano, si veda l’edizione dovuta a Ma
nuela Sanna, Napoli, 1993. Si veda inoltre R.
MAZZOLA,
«Le scrivo ciò che non ho potuto con
fidare alle stampe»: Vico e Giacco, in questo «Bollettino» XXX (2000), pp. 77-92.
7 Promotore instancabile e agguerrito di questi studi documentari è stato il prof. Giorgio
Fulco che, in occasione di un seminario svoltosi alla Scuola Normale Superiore alla fine di
aprile del 1999, aveva presentato uno scritto sconosciuto di Nicola Occhibove di Piedimon-
te d’Alife, testimonianza importante della fortuna immediata di Vico. Al prof. Fulco, scom
parso pochi mesi dopo quell’incontro di studio, sono dedicati gli atti Momenti vichiani delpri
mo Settecento, a cura di G. Pizzamiglio e M. Sanna, con presentazione di P. Cristofolini, Na
poli, 2001. In quegli atti figura anche la lettera di Saverio Celentano a Vico, criticamente edi
ta e commentata da M. Sanna, pp. 159-165.
8 Cfr.
ANDREONI,
op. cit., p. 44.