ALLIEVI MERIDIANI DI VICO?
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Ciro Saverio Minervini, presentato dal futuro bibliotecario di Napoleo­
ne - l’abate Carlo Denina - come «moderno autore maravigliosamente
erudito, e profondo nelle antichità di que’ tempi e di que’ paesi», il qua­
le si accingeva ad offrire «novità sorprendenti a questo proposito», cioè
a proposito dell’inesistenza di Omero, della natura allegorica dei poemi
e della loro origine italomeridionale. Denina registrava così, nell
'Istoria
politica e letteraria della Grecia
del 1781-82, il saggio
Sull’etimologia del
monte Vulture
pubblicato da Minervini tre anni prima, confermando la
coalescenza vichiana fra studi etimologici ed antiquaria38. Nel contem­
po il dotto piemontese annunciava un saggio d ’insieme su Omero e l’an­
tica mitologia italica, opera che Minervini non pubblicò mai. Tuttavia
Annalisa Andreoni ha potuto vagliare i manoscritti relativi al «viaggio di
Ulisse alle isole Eolie», alle «antiche lingue d ’Italia», alla «latinità delle
XII Tavole» (tema eminentemente vichiano), e il dibattito epistolare e
giornalistico intorno al
Saggio sulla religione dei pagani e sulle loro favo­
le sacerdotali.
Ciro Saverio Minervini era nato a Molfetta nel 1734, allievo dei ge­
suiti presso il Seminario prese gli ordini e, fra il 1755 e il 1761, fu a Ro­
ma per compiere studi giuridici e perfezionare la conoscenza delle lin­
gue antiche. A Roma avviò rapporti con numerosi esponenti della cul­
tura illuministica italiana ed europea, fra i quali Winckelmann e Bernar­
do Tanucci, Giovanni Cristofano Amaduzzi e Antonio Genovesi. Invi­
tato a ricoprire una cattedra di diritto pubblico a Parma, preferì stabi­
lirsi a Napoli dove attese a importanti progetti di riforma legistlativa; fra
i corrispondenti di Minervini spiccano i nomi di Alberto Fortis, dello
‘scopritore’ del Marciano di Omero d’Ansse de Villoison e di scienziati
come Lazzaro Spallanzani39. Nel quadro di un rinnovato interesse per le
antichità italiche - interesse dettato anche da contingenti ragioni politi­
che collegate alla riforma del sistema feudale nel mezzogiorno d’Italia -
Minervini recupera l ’impianto critico della discussione vichiana intorno
ad Omero, rivendicandone l ’italicità40.
La Andreoni segue la traccia delle reazioni italiane ed europee agli
scritti di Minervini segnalando soprattutto due punte emergenti: la stron­
catura dovuta all’abate Ferdinando Galiani nella «Gazette universelle de
littérature» di Zweibriicken (1778, p. 758) e nella replica difensiva di Al­
berto Fortis pubblicata nel «Nuovo giornale d’Italia spettante alla scien­
38 Ibid., p. 149, note 3 e 4.
39 Cfr. ibid., pp.107-110.
40 Sull’Omero di Vico rinvio a
R. RUGGIERO,
La ‘volgar tradizione’, cit., pp. 233-268; e
inoltre P.
CRISTOFOLINI,
Vico pagano e barbaro, Pisa, 2001, pp. 45-50.
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